Ferrara, esercito e identificazioni dopo le violenze in Gad
Le contromisure decise ieri al tavolo convocato in Prefettura. Marchesiello: «Il segnale bisogna darlo a breve, velocemente»
Ferrara Esercito più attivo e un servizio interforze a stretto giro per dare subito un segnale di presenza. Queste le due risposte principali al riaccendersi della violenza in zona Gad emerse ieri mattina nel Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato e coordinato dal prefetto Massimo Marchesiello.
«È stato deciso che a breve verrà implementata la presenza dei militari nelle zone più calde del Gad - conferma Marchesiello -, più un intervento in zona con un servizio interforze. Il segnale bisogna darlo a breve, velocemente, come reazione a quello che è successo».
Esercito Un nodo centrale, un po’ più strutturale, sarà dunque il nuovo impiego dei militari dell’Esercito attivi in città per l’operazione “Strade sicure”, le cui camionette presidieranno con maggiore frequenza i punti dell’area che sono più a rischio, con l’obiettivo di identificare più persone. L’indiziato principale, sotto questo punto di vista, è l’angolo tra via Cassoli e viale IV Novembre, nonché la vicina area delle mura e annesso sottomura. È qui che negli ultimi tempi si è concentrata una maggiore presenza di gruppetti di stranieri, spesso attivi nello spaccio di stupefacenti, è qui che si sono verificati i principali, recenti episodi di violenza (che d’estate tendono ad aumentare) ai quali ora le istituzioni vogliono dare una risposta facendo sentire la propria presenza. A livello operativo sarà però il questore Salvatore Calabrese a dare le indicazioni ritenute più opportune. L’impiego dell’Esercito spiega l’allargamento del tavolo istituzionale al comando del raggruppamento territoriale, che ha segnato anche il “debutto” in città del colonnello Lorenzo Latini, che ha da poco preso il testimone del comando dal colonnello Francesco Randacio.
Interforze La risposta immediata è invece il ritorno in massa di tutte le forze di polizia attive in città per effettuare controlli a tappeto. Ovvero dare vita a un nuovo servizio interforze, con il coinvolgimento contemporaneo di Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia locale e Guardia di finanza, che sarà finalizzato ancor più che alla repressione, alla prevenzione, tramite l’identificazione delle persone che si aggirano nelle aree considerate più a rischio, in modo da poter associare nomi e volti nel corso dei successivi interventi.
A proposito di interforze, non si può comunque non notare che l’ultima rissa, quella che ha portato alla convocazione del Comitato, è avvenuta pochi minuti dopo la smobilitazione proprio di un servizio interforze, come se i protagonisti avessero atteso l’uscita di scena delle forse dell’ordine per appropriarsi nuovamente dei luoghi.
Indagini Chiaro che si parla di misure tese a tamponare una situazione sulla quale però vi è necessità di andare più a fondo, con delle indagini. Memori anche degli episodi passati, è facile intuire che gli episodi di violenza, che negli ultimi mesi si sono ripetuti, possano essere indice di una certa tensione tra gruppetti interni alla più vasta comunità nigeriana che vive in Gad, dediti questi ad attività illegali, in primis lo spaccio di stupefacenti proprio lì in viale IV Novembre, nonché nell’area più periferica di Porta Catena/Palapalestre.
L’assessore «Grazie al prefetto Massimo Marchesiello e a tutte le forze dell’ordine che hanno dimostrato piena disponibilità e collaborazione per quanto di loro competenza - commenta infine l’assessore alla sicurezza Nicola Lodi, che aveva chiesto una riunione del Comitato -. Abbiamo pensato a una serie di azioni, coadiuvate dalla presenza dell’Esercito, che ci permetteranno di continuare la lotta contro il degrado nelle aree più sensibili del Gad. In questo senso, ci sarà un’attività di identificazione a tappeto di chi frequenta l’area assiduamente. In ogni caso, sono in corso da settimane operazioni ad hoc nella zona e si continuerà su questa strada per non abbassare la guardia».l
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