Minori a chi? Ecco i nuovi sport in voga tra i giovani
Un viaggio tra arti marziali, danze aeree e tchoukball
Ferrara Siamo soliti conoscere ed apprezzare solo gli sport più diffusi e che, inevitabilmente, sono legati soprattutto ad interessi economici. Noi vogliamo far conoscere gli sport che pratichiamo e che molti di voi non hanno mai avuto notizia.
Il Taekwondo
Nonostante il Taekwondo sia uno sport praticato alle Olimpiadi, tutte le volte che qualcuno mi chiede che sport faccio e rispondo “taekwondo”, nessuno sa mai di cosa si tratti. Il Taekwondo, che viene dal coreano Tae “colpire col piede”, kwon “pugno” e do “arte” è un’arte marziale, appunto, di origine coreana. Questa disciplina sportiva di combattimento, nella seconda metà del XX secolo, si è differenziata per la sua particolare efficacia e il suo dinamismo. Le origini del Taekwondo risalgono a circa 2000 anni fa, quando la Corea era divisa in tre regni. Il più piccolo di questi tre, chiamato Silla, sviluppò e perfezionò un sistema di difesa e attacco. Ad oggi, però, ad ogni lezione, ci viene ricordato che è come se avessimo un’arma nelle nostre mani che va usata solo in situazioni estreme, per difendere la propria vita o quella di qualcun altro, se a rischio. L’arte marziale, più in particolare il Taekwondo, insegna il rispetto, la disciplina e la dedizione. Quast’ultima è una parte fondamentale per poter intraprendere il percorso del Taekwondo, dato che prevede diversi livelli, rappresentati dal colore della cintura, dalla più bassa, la bianca, alla più alta, la nera.
Martina Brancalion
Il Wing Chun
Il Wing Chun (eterna primavera) è uno stile del Kung fu ed è un’arte marziale cinese tradizionale nata nel sud della Cina che ha come obiettivo la protezione di se stessi. Può essere considerato, anche, boxe cinese per via del fatto che ha alcune caratteristiche legate alla boxe americana, soltanto che si diversifica dalle sue tecniche. Per esempio, nella boxe americana, si tende a tenere il peso un po’ avanti grazie al fatto che si usino i guanti da 8 once (226 grammi circa) . Invece nel Wing Chun si tende a tenere il peso indietro.
L’origine Ci sono moltissime teorie sulla sua origine e quasi tutte possono essere considerate valide. Però, tra le più avvincenti, c’è quella della donna Wing Chun: infatti secondo questa teoria, lo stile cinese fu inventato, appunto, da Wing Chun, all’interno di un monastero come difesa con poco sforzo, contro persone di taglia più grossa e robusta.
La tecnica I principi più importanti del Wing chun sono le oscillazioni e cavazioni. Il Wing Chun, a differenza di alcune arti marziali, si basa su movimenti piccoli, ma che sono, allo stesso tempo, molto efficienti. Sono previste tre forme a mani nude: la prima si chiama Siu lim Tao(piccola idea) , la seconda Chum Kiu(cercare il ponte) e la terza è la forma dei maestri che si chiama Biu Tze(dita che perforano) . Poi c’è anche una quarta forma che è l’uomo di legno. Questa consiste nell’usare le tecniche precedenti, imparate contro un tronco di legno (l’avversario) che ha tre pioli o rami(le braccia) con l’obiettivo di allenare al meglio le proprie tecniche.
Regole Quando si praticano le forme bisogna quasi sempre stare in posizione neutra, non c’è un motivo per questo ma le persone lo fanno per convenzione. Un’altra regola è che bisogna sempre rispettare il modo in cui lo si fa e non dare per scontato tutti i dettagli. Il Wing Chun non è uno sport molto conosciuto in Italia: infatti prevalgono molte altre arti marziali tra cui il Karate o il Judo.
Steven Yang 1S
Le danze aree
Le danze aeree nascono come disciplina circense che si sviluppa soprattutto in Francia agli inizi del 1900. Vi sono diverse sottocategorie, come ad esempio i tessuti aerei e il cerchio, che sono le più comuni. Poi possiamo trovare l’amaca aerea, il cubo, la pole dance ecc. Da poco si sono tenuti i mondiali di danza aerea: più precisamente il 24, il 25 e il 26 gennaio. Nelle gare ci sono regole molto rigide che possono abbassare il punteggio finale come, ad esempio, cantare una canzone diversa da quella scelta per la coreografia, oppure scivolare o cadere dal tessuto o dal cerchio. Inoltre, casi di nudità accidentale possono costare la squalifica immediata e regole del genere. Io, personalmente, ho gareggiato agli ultimi due campionati regionali scorsi. La prima volta che ho cominciato a praticare questa disciplina avevo dieci anni e ho cominciato quasi per caso, in quanto né io né mia sorella praticavamo alcuno sport. Io ho continuato mentre mia sorella, successivamente, ha optato per altro. Lo sport consiste nel salire su questo tessuto diviso in due, dove si eseguono acrobazie ad altezze tra i 5 e 10 metri circa. Personalmente pratico nella palestra di Bondeno ma si sta diffondendo in più palestre.
Marta Ceramelli 1S
Il tchoukball
Il tchoukball è uno sport di squadra nato a Ginevra, in Svizzera, da un’idea del Dott. Brandt, il cui desiderio era quello di creare uno sport privo di contrasti e contatto fisico. Si pratica il gioco del tchoukball con due squadre da sette giocatori, un pallone simile a quello della pallamano e due pannelli di rete collocati alle estremità del campo. Le misure di quest’ultimo sono tra i 26 e i 29 metri di lunghezze e i 15 e i 17 metri di larghezza, circa come un campo da basket. Nel campo è presente l’area a semicerchio davanti al pannello che è considerata area vietata: non è possibile entrarvi né in difesa né in attacco. Il gioco si sviluppa in un’azione che si costruisce in tre passaggi e si conclude tirando la palla a pannello che, avendo una rete elastica, rinvia la palla indietro molto velocemente. Se questo rimbalzo cade per terra fuori dall’area semicircolare, la squadra ottiene il punto. Diversamente, se viene presa al volo dagli avversari, il gioco continua invertendo i ruoli di difesa e attacco da parte delle squadre. È possibile attaccare su entrambi i pannelli e ogni giocatore può essere sia attaccante che difensore. Le particolarità nel tchoukball sono tante e lo rendono uno sport molto veloce e tecnico ma, anche, immediato, divertente ed accessibile già al primo approccio. L’idea originaria di Brandt era “let’s play” ovvero lasciare ai giocatori la libertà del gesto tecnico, che senza ostruzioni può essere eseguito al meglio, come nella pallavolo o nel tennis. Questo non significa che gli avversari stiano passivi in campo, in quanto devono organizzare la difesa cercando di disporsi rapidamente e nel migliore dei modi per ricevere il pallone subito dopo il rimbalzo.
Munerati Nicola 1S
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