«Ora dobbiamo aiutare i figli di Liudmyla»
Copparo: appello dell’associazione badanti, già pronto un conto corrente La famiglia della badante uccisa versa in difficili condizioni economiche
COPPARO. Un conto corrente attraverso il quale si potranno aiutare i due figli di Liudmyla, la badante ucraina uccisa recentemente a Copparo. E’ l’appello di cui si fa portavoce Roberto Marchetti presidente dell’associazione badanti Nadiya. «Sono rimasto sorpreso - scrive Marchetti - dalle affermazioni del sindaco di Copparo, Nicola Rossi, che dichiarava che il caso di omicidio suicidio che ha coinvolto Frezzati e la signora Liudmyla, "si inserisce in un quadro generale particolare, con sempre più uomini che lasciano le propri mogli perché si innamorano delle donne provenienti dall'Est", aggiungendo che "questo episodio mi dà un grande dispiacere ed è sintomo di un disagio e merita un'analisi attenta di tipo sociale, su quanto accade nel nostro territorio", mentre a mio avviso ci si dimenticava - dice ancora Marchetti - di un dramma ancor più grave che ha colpito una famiglia ucraina. Non conoscevo Liudmyla, ma le amiche di Copparo mi hanno subito cercato per coinvolgermi, chiedendomi di interessarmi anche per l'eventuale funerale. Da questo richiesta, man mano sono entrato nella vita di Liudmyla, e ne ho intravisto il dramma, che forse in Italia è passato in secondo ordine, scoprendo amaramente quanta indifferenza esiste per questa povera donna straniera deceduta in Italia, che lascia due figli di 6 e 16 anni, ragazzi che avevano purtroppo dovuto maturare in fretta, perché già vivevano da soli a Bershat, amministrando i soldi inviati dalla mamma».
Poi il presidente dell’associazione badanti entra meglio in alcuni dettagli: « Ho coinvolto il Consolato ucraino di Milano che mi ha confermato che non ha nessuna disponibilità economica; ho chiamato il sindaco Rossi e la sua segretaria mi ha risposto che il Comune non ha fondi per farsi carico del funerale, e noi stessi, ed in questo momento, non riusciamo come associazione a far fronte alla spedizione della salma ai figli. Ma il vero dramma è di là dai Balcani: due figli che reclamano il corpo della mamma. Ho smesso da tempo di esprimere giudizi sulle badanti per queste strane unioni, mantenendo invece una severità sul comportamento di quegli uomini italiani che, approfittando della solitudine e della assenza di affetti della donna straniera, credono di ringiovanire legandosi a donne che potrebbero esserne figlie, ed illudendosi di aver trovato la gioventù, ma impostando spesso un rapporto di tipo possessivo, basato quasi sempre sulla gelosia. Ma il vero dramma della morte violenta di Liudmyla è quello economico, quello dei due figli rimasti senza fonte di reddito. Molte donne, senza permesso come Liudmyla, oggi lavorano in nero, e qualcuno si arricchisce da queste situazioni: dalle famiglie che risparmiano sui contributi riuscendo a liberarsi dell'impegno di sorveglianza del proprio caro, facendosi sostituire dalla donna straniera. Ora, anche se per me è cosa sgradita - dice infine Marchetti che ha preso a cuore la vicenda umana della famiglia di questa badante ucraina - , mi permetto di fare un appello; chi volesse contribuire con un aiuto alla famiglia della defunta Rogava Liudmyla potrà eseguire un bonifico con la causale "LIUDMYLA ROGOVA" sul c/c intestato alla Associazione .Badanti Nadiya - Piazza Saint'Etienne, 19 - 44121 Ferrara, codice Iban: IT 20 H 06155 13001 000000011650. Tutto il denaro raccolto sarà interamante versato ai due figli adolescenti». E’ a disposizione, per chi fosse interessato alla vicenda, anche un sito internet, il seguente: www.assbadantinadiya.com. (m.puli.)
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