La Nuova Ferrara

Ferrara

La tragedia del 18enne Mattia

La tragedia del 18enne Mattia

«Lassù avevano bisogno di uno come te». In chiesa a S.Maria la veglia per il giovane scout

2 MINUTI DI LETTURA





La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena conteneva a fatica le centinaia di scout, amici e conoscenti che si sono radunati ieri pomeriggio per ricordare con una veglia di preghiera Mattia Monesi, il giovane morto durante un campo scout di preparazione alla Pasqua, sui colli euganei a Torreglia. Occhi lucidi, fazzoletti sul viso, colpi di tosse a nascondere la commozione alle parole toccanti, con cui don Guido, parroco di Santa Maria Maddalena e gli amici scout lo hanno voluto ricordare: parole che sono state di conforto e di consolazione per la mamma Consilia presente in primo banco, per i parenti, per i fratelli scout e per gli amici impietriti dal dolore, ma anche di speranza e di fiducia nei disegni imperscrutabili di Dio, «che è nostro Padre – afferma una scout con la voce rotta dalla commozione - e che se ha deciso di portarti via da noi così presto, sarà sicuramente perché ha bisogno lassù di una persona buona e capace come te», suscitando emozioni profonde in tutti i presenti. All’inizio della cerimonia, gli amici hanno distribuito bigliettini di carta su cui scrivere un pensiero per ricordare Mattia. Sono trascorsi solo pochi giorni dalla morte del giovane e nella comunità di Santa Maria Maddalena e in quella di Stienta ancora si respira un clima di incredulità, di rabbia e di dolore che rendono queste giornate ancora più grigie. «Mattia era uno che per gli altri c’era sempre – racconta un compagno della 5° Ipsia di Ferrara presente alla cerimonia – Non esitava a mettersi a disposizione e ad aiutare chi aveva bisogno».

«Era un ragazzo alla buona, simpatico e giudizioso - riferisce uno degli amici scout - Gli volevamo tutti molto bene, era uno sul quale poter fare affidamento. Parlava forse meno degli altri, ma sempre a proposito. Siamo ancora increduli e scossi da quanto accaduto. Non lo dimenticheremo».