Chiude il Tre Stelle: senza lavoro 13 addetti
Cisl Fisascat: «Non solo ammortizzatori, chiediamo garanzie per l’occupazione» Parte degli esuberi sarà riassorbita dal Mercatone Uno, confronto con l’azienda
Cercare «soluzioni condivise e sufficientemente garantiste» per i 13 addetti del Tre Stelle di Ferrara rimasti senza lavoro dopo la chiusura, il 22 aprile, del negozio del quartiere Doro. È quanto chiede la Fisascat Cisl dopo l’incontro, avvenuto poco prima della chiusura definitiva del punto vendita, con l’azienda M.Business Srl, referente del gruppo Mercatone Uno di cui anche Tre Stelle fa parte. Il sindacato, spiega il segretario Luca Benfenati, ha ribadito la necessità di non limitarsi a contromisure da “limitazione del danno” ma si puntare a una continuità lavorativa. In altre parole: «le soluzioni on dovranno essere solo di ordine “passivo”, ovvero di ricorso agli ammortizzatori sociali, ma dovranno concretizzarsi in un serio piano di recupero occupazionale complessivo in seno a ogni articolazione operativa della società». E se a questo proposito l’azienda, all’incontro ferrarese, ha confermato la disponibilità «a ricollocare parte del personale del punto vendita in chiusura nei negozi Mercatone Uno, tenendo conto sempre delle esigenze organizzative», a preoccupare il sindacato è la crisi strutturale che sta attraversando l’intero gruppo a livello nazionale: le chiusure interessano infatti i Mercatone Uno di Borgorose (RI), Capodrise (CS), Capannoli (LU), Sommacampagna (VR), Sant’Ilario (RE) e Santa Vittoria d’Alba (CN) e i Tre Stelle di Ravenna, Medolla (MO), Bologna, Reggio Emilia, Ancona, San Cesareo sul Padano (MO) e appunto Ferrara, per un totale di 238 dipendenti coinvolti tra Mercatone Uno (166) e Tre Stelle (72), a cui aggiungere la settantina di esuberi della sede centrale e amministrativa di Imola. «Se al progressivo declino commerciale dell’azienda non si risponderà congruamente con politiche di investimento degne di questo nome -avverte la Fiscascat - temiamo che M.Business subirà un netto ridimensionamento in termini di organico che potrebbe finanche comportare dei costi sociali assai elevati». Per questo per il sindacato la priorità resta quella di «un confronto continuo con l’azienda per affrontare, anche con gli strumenti di legge che andremo a definire nella seconda metà di maggio per tutto il gruppo, la ricollocazione degli esuberi».
Non meno importante l’aspetto legato agli addetti alle vendite inquadrati con un contratto di associazione di partecipazione, una formula che rende la condizione dei lavoratori estremamente precaria: Abbiamo chiesto alla direzione aziendale - conclude il sindacato del comparto del commercio della Cisl - di assumere una posizione tesa a garantire per questi addetti un inquadramento dignitoso».