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odissea sanitaria

Una sola malattia e cinque pareri diversi

Cinque consulti medici con cinque esiti diversi e la paura di non venirne più a capo. È la storia che ha portato un’infermiera di Padova in pensione, Mirella Cuccato, in una clinica di Ferrara per...

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Cinque consulti medici con cinque esiti diversi e la paura di non venirne più a capo. È la storia che ha portato un’infermiera di Padova in pensione, Mirella Cuccato, in una clinica di Ferrara per curarsi, dopo aver perso ogni certezza sulla gravità della malattia. La donna era reduce da un intervento ai denti che, a un anno di tempo - racconta - continua a darle problemi. Si era rivolta, quindi, a un medico della provincia di Padova che le aveva riscontrato, a dicembre 2013, «una lesione maculare causata dall’estrazione dentale, dovuta a un’infezione». Proprio a quel medico Mirella Cuccato ha mostrato l’esito di un ecodoppler dei tronchi sovraortici eseguito sei mesi prima che aveva evidenziato una stenosi del 20% con placca calcifica (cioè dura). Il medico le aveva consigliato di assumere la cardioaspirina e di «ripetere l’esame». «Dandomi questo consiglio - ricorda l’infermiera in pensione - ha contribuito a salvarmi la vita». La paziente infatti si è rivolta a un radiologo per un nuovo esame da cui è emersa una diagnosi più grave rispetto al test eseguito nell’estate del 2013: il grado di stenosi infatti è stato valutato al 55% e non al 20. Di fronte a due risultati così difformi Mirella Cuccato si è rivolta a un altro medico vascolare. Sperava di avere una risposta definitiva: qual era il responso giusto, quello che calcolava un restringimento del vaso del 20% o quello che misurava un ispessimento triplo della parete del vaso? Il terzo esame ha dato un risultato intermedio: 39-40%. «Controllo fra un anno», le aveva detto il medico. Ma il radiologo che aveva consultato precedentemente aveva considerato l’esito «irreale», così scrive la paziente, «e mi disse di approfondire la cosa». Il quarto consulto ha fatto nuovamente salire il dato: 59% con placca calcifica e controllo dopo 6 mesi. Comprensibile la «confusione» e la preoccupazione che non la faceva «più dormire di notte». Ecco la ragione della quinta consulenza medica, effettuata «da un noto chirurgo vascolare». Il dato, questa volta, ha evidenziato una stenosi del 50% con una visita limitata «all’addome e agli arti inferiori». Mentre cresceva «la paura per la mia vita» la donna ha iniziato a guardarsi intorno e qualcuno le ha indicato la clinica Salus, di Ferrara, dove un chirurgo vascolare le ha riscontrato una stenosi dell’80% "a rischio". Il 4 marzo la donna è stata operata e ora ringrazia l’equipe composta dai dott. Stefano Manfrini, Andrea Raspadori, Cosimo Sibilla e Nicola Scaiella «per la loro professionalità e umanità».