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Questo film non s’ha da fare Altro no per “Terremotati”

Questo film non s’ha da fare Altro no per “Terremotati”

Si arena ancora il mediometraggio di Muroni che doveva raccontare il sisma «Finalmente pareva si dovesse fare, ma non sono state mantenute le promesse»

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È saltato. Anche questa volta è saltato tutto. Il mediometraggio Terremotati (titolo provvisorio), proposto dal giovane attore Stefano Muroni è sfumato. Il motivo è sempre lo stesso, mancanza di fondi, ma questa volta ci si era andati più vicini. Dopo il sostegno immediato e incondizionato dimostrato da Vittorio Gambale (unico imprenditore a perorare la causa fin da subito), è arrivato l’appoggio economico della Provincia legato però a doppio filo a un altro sostegno importante sia simbolicamente che concretamente: quello del sindacato.

«Poco prima di Natale avevo messo in pausa una ricerca durata mesi perché la professoressa Ardizzoni Magi del Lions Club mi aveva detto che si sarebbe impegnata ad aiutarci economicamente e - spiega Muroni -, mi era sembrata così sicura di farcela che ho aspettato un esito positivo che purtroppo non è arrivato. Col nuovo anno sono tornato alla carica e a febbraio, grazie all’attenzione riservatami dalla stampa locale, ho incontrato la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, e Paolo Baiamonte, sindacalista della Cisl. Dopo diversi colloqui avevo ripreso la speranza e rimesso in moto più forte di prima la macchina organizzativa».

La tabella di marcia è serratissima: trovare i fondi, realizzare le riprese, effettuare il montaggio e presentare il lavoro finito ai festival. Tutto questo sarebbe dovuto accadere nelle migliori delle ipotesi, peccato sia andata diversamente: «Per settimane Baiamonte tenne me ed il resto della troupe con il fiato sospeso dicendo che i fondi “a giorni sarebbero arrivati”. In verità passavano le settimane e i tempi si dilatavano sempre più, fino a quando un paio di settimane fa è arrivato il no definitivo».

I sindacati a suo tempo presentarono la sceneggiatura del mediometraggio all’Ente bilaterale regionale Eber, ovvero sindacati confederali regionali e associazioni imprenditoriali dell’artigianato regionale. La domanda di sponsorizzazione (si parla di circa 20mila euro), presentata a Cna, Confartigianato e Casa artigiana non è stata accolta essenzialmente per due motivi: secondo Confartigianato alcune parti della sceneggiatura del film metterebbero in cattiva luce gli imprenditori, mentre secondo Cna regionale nessun canale di finanziamento è possibile per sponsorizzare o finanziare un’opera dell’ingegno, artistica o divulgativa. «La cosa triste è che noi mai abbiamo avuto un riscontro diretto con queste figure. Hanno preso le loro decisioni senza neppure interpellarci. La sceneggiatura non va contro gli imprenditori, penso sia stato un pretesto ma - prosegue Muroni - quello che non capisco è: se da subito sapevano che non avrebbero potuto erogare alcuna sponsorizzazione, perché non l’ hanno detto? Perché continuare a ripetere: “È questione di giorni”? Se avessi saputo realmente come stavano le cose mi sarei mosso in altro modo».

Resta l’amarezza ma non la sconfitta, Muroni garantisce che in un modo o nell’altro il film si farà: «Questo è poco ma è sicuro. È una storia che ci riguarda da vicino: parla di amicizia, precarietà, famiglia e terremoto. Parla dell’Emilia di quei giorni, dello spaesamento e della disperazione. Penso sia una storia doverosa da raccontare e quindi non mi arrendo, continuerò a cercare fondi per realizzare questo film».

Samuele Govoni

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