«Il sistema francese? Mancano spazi e docenti»
Test d’ingresso, il preside della Scuola di Medicina boccia la proposta del ministro Giannini
«Sì, ho letto della proposta del ministro Giannini. Ma noi dove li mettiamo 1000/1200 studenti?». Mancano le strutture (aule e servizi) per accogliere un esercito di aspiranti medici, oltre le risorse umane, cioè i docenti, e perfino i soldi.
Una bocciatura in piena regola per l’ipotesi prospettata dal ministro dell’Istruzione: secondo i medici non è la strada giusta per riformare l’attuale sistema basato sui test d’ingresso nell’anno della maturità. Entro luglio 2014 la proposta dovrebbe essere formulata ricalcando l’esempio francese, che prevede una selezione degli studenti alla fine del primo anno di corso accademico. Una prospettiva contro la quale si sono levati gli scudi dei camici bianchi. E al coro si è associata ieri anche la voce del preside della Scuola di Medicina, Leonardo Trombelli. «Strutture e risorse umane devono essere commisurate al numero degli studenti - spiega Trombelli, sfruttando una pausa tra una lezione e l’altra - c’è ormai chi spinge per un accesso illimitato che è assolutamente irreale. Senza dimenticare i vincoli europei, che a loro volta impongono il numero programmato». Fare i conti con la realtà a Ferrara non sarebbe semplice: spazi e docenti dovrebbero essere adeguati «e non ci risulta che questa proposta sia stata accompagnata - osserva il preside - da una previsione di fondi che dovrebbero rendere sostenibile il nuovo sistema».
Una posizione, sottolinea Trombelli, che è emersa «in modo chiaro» dalla Conferenza del presidi delle Scuole di Medicina. Al ministro «consigliamo un attimo di riflessione - prosegue Trombelli - per evitare di replicare esperienze come quella del bonus della maturità e il rischio di eventuali ricorsi legali». A Ferrara i quiz sgonfiano la platea degli studenti interessati ad entrare nella Scuola di Medicina dagli oltre mille iscritti ai test a 220. «Il numero programmato è necessario - ribadisce Trombelli - esistono sistemi alternativi di valutazione e selezione. E l’esame di ammissione non è l’unico criterio, si può introdurre una valutazione sul percorso scolastico dello studente (il rendimento degli ultimi anni più il risultato della maturità). Ma si può prevedere anche un test psico-attitudinale, per valutare l’effettiva capacità dell’aspirante medico di gestire correttamente il rapporto col paziente». Per il prossimo anno accademico l’anticipo del test, che quest’anno ha messo in difficoltà tanti studenti già impegnati a preparare l’esame di maturità, «consentirà - annuncia Trombelli - di formare le graduatorie in modo da poter andare a regime subito». «Non sarebbe sbagliato in futuro - sostiene Trombelli - fare addirittura arretrare il test tra il quarto e il quinto anno delle superiori per poi perfezionare la valutazione alla maturità». (gi.ca.)