La Nuova Ferrara

Ferrara

Ispettori del lavoro minacciati di morte

di Alessandra Mura
Ispettori del lavoro minacciati di morte

L’ultimo episodio giovedì: accorrono le forze dell’ordine. È il terzo caso negli ultimi mesi. La Cisl: intervenga il Ministro

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Insulti, aggressioni fisiche, minacce di morte. Nel Ferrarese sono tre i casi accertati, soltanto negli ultimi mesi, di reazioni violente da parte di piccoli imprenditori alle verifiche degli ispettori del lavoro. Un fenomeno che da mesi la Funzione Pubblica della Cisl sta ponendo all’attenzione del Ministero, a seguito dell’approvazione del decreto legge 145 entrato in vigore il 24 dicembre 2013.

Una novità legislativa sollecitata dalla tragedia di Prato del 1º dicembre scorso, quando 7 operai in nero morirono nel rogo di un capannone. Da allora le sanzioni nei confronti del lavoro irregolare si sono inasprite, aumentando in media del 30%. In particolare, per evitare la sospensione immediata dell’attività occorre pagare 1950 euro entro 24 ore ed è prevista inoltre una maxi sanzione di 3950 euro, a cui aggiungerne 65 per ciascuna giornata “in nero”. Il risultato non lascia scampo per una piccola attività: cinque o seimila euro, in tempi di crisi prolungata e recessione, significano spesso la chiusura.

«Le grandi aziende sono in grado di fronteggiare sanzioni di questo calibro, ma per le realtà minori è una condanna a morte», interviene Sonia Uccellatori, rappresentante sindacale della Cisl Fp di Ferrara. Da qui al clima di crescente ostilità nei confronti degli ispettori il passo è stato breve, anzi brevissimo. Considerati “nemico pubblico”, sono spesso i destinatari ultimi di una rabbia che ha cause più lontane. E Ferrara non fa eccezione: risale appena a giovedì l’ultimo episodio di minacce esplicite di morte a un ispettore che aveva rilevato un’irregolarità in una piccola azienda cittadina, al punto che si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Ma, a parte i casi più eclatanti, gli insulti sono ormai all’ordine del giorno. «Per non parlare del fatto che gli ispettori non dispongono di automezzi di servizio - continua Uccellatori - e il dover utilizzare la loro auto li rende ancora di più esposti e vulnerabili».

Proprio ieri a Napoli in occasione di un convegno sul sommerso, il ministro del Lavoro Poletti ha affontato le rivendicazioni avanzate dalla categoria , ma le parole di solidarietà - ribadisce la Cisl Fp - non bastano. «Il 20 maggio - prosegue Sonia Uccellatori - alla vigilia della periodica riunione della Commissione Centrale di Coordinamento, il Ministro aveva fatto diffondere un comunicato stampa sulla difficile situazione degli ispettori ma noi, come Cisl Fp, chiediamo di prendere posizioni reali e incisive».

Anche perché «gli ispettori non hanno alcuna discrezionalità nell’applicare le sanzioni previste dalla legge, e sono passibili di provvedimenti disciplinari e contestazioni penali per omissione se non svolgono il loro compito».

La stessa Fp Cisl dell’Emilia Romagna è intervenuta a tutela dei dipendenti delle Direzioni Territoriali del Lavoro: «Ogni giorno il linciaggio mediatico si fa sempre più feroce a fronte del silenzio assordante delle istituzioni. È sconvolgente apprendere ogni giorno dalla cronaca il sensibile aumento di gesti estremi messi in atto da parte di padri di famiglia disperati a causa delle disagiate condizioni economiche - scrive il coordinatore regionale Cisl Fp Ministero del Lavoro, Rosamaria Papaleo - ma è inaccettabile che la responsabilità sia scaricata su chi, con altrettante difficoltà svolge il proprio lavoro dimenticando che queste stesse persone sono prima di tutto cittadini che, al pari di altri, subiscono gli effetti della lunga crisi che attanaglia il Paese».