«Pazienza e rispetto al Pronto Soccorso»
Parla il direttore Roberto Melandri: anche noi dispiaciuti per gli utenti che aspettano. Promettiamo la riduzione delle code
"Vi sbatto su You tube": condannate
La direzione sanitaria, il verdetto è un tributo al lavoro dei medici
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Il processo è finito, il caso «Sbatto i medici su You Tube» è ormai archiviato, diventando un precedente non solo giudiziario: la storia delle due donne, utenti del Pronto soccorso di Cona, condannate per aver interrotto i medici protestando per le lunghe attese, offre lo spunto per riflettere sul servizio del reparto di prima emergenza del Sant’Anna di Cona. Roberto Melandri è il direttore dell’Unità operativa di Medicina d’Urgenza che gestisce Pronto soccorso e reparto di ricovero immediato. E confessa subito: «Il primo ad essere dispiaciuto per le attese sono io, siamo noi operatori del Pronto Soccorso. Quando vedo pazienti in attesa io stesso provo sofferenza fisica, mi prende lo stomaco. Tutti noi che lavoriamo stiamo cercando il modo per ridurre le attese: mettere più medici e infermieri sarebbe facile e comodo, ma non è possibile e non sempre risolve il problema».
Basterebbe più pazienza e rispetto? «Rispettare chi sta lavorando per gli utenti, sì. Ma anche chi aspetta. Per questo stiamo elaborando un percorso per gli utenti che superi l’attuale funzionamento del triage (permettendo ad esempio ai codici bianchi, quelli meno gravi e i più numerosi, di essere subito presi in carico, ndr). Il nostro obiettivo sarà quello di attenuare l’affollamento che ci attanaglia». Però questo caso processuale può aver insegnato qualcosa anche a voi? «Io capisco il disagio provocato da chi è in attesa, ma questo fatto era tuttavia straordinario. La gente dovrebbe, potrebbe capire che ce la mettiamo tutta, che spesso si aspetta tanto perchè le risorse del Pronto soccorso sono impegnate su pazienti più gravi».
E allora occorre spiegare che il Pronto soccorso è cambiato, nel tempo. «Una volta era una struttura che smistava pazienti nei reparti, oggi dobbiamo valutare, fare analisi approfondite, studiare patologie: non si può pensare di ricoverare chiunque e tutto ciò, gli approfondimenti che facciamo, creano allungamenti dei tempi in pronto soccorso. E poi qui a Cona, vediamo sempre più pazienti».
Lo spiega con i numeri, il dottor Melandri, confermando l’incremento dovuto alla specializzazione di Cona: «Nei primi tre mesi del 2014 abbiamo avuto una media di 225 accessi giornalieri (118 al ps generale, 39 pediatrico, 21 oculistico, 30 ortopedico, 17 ginecologico), mentre lo scorso anno erano 215: sono aumentati i pediatrici (le pediatrie chiuse negli ospedali in provincia, ndr) e gli utenti gravi. La tendenza è trasferirli subito a Cona, che diventa un Hub della sanità in provincia. Ora pensiamo a cambiare il triage (il sistema di selezione-accoglienza, ndr) che è stato una grande conquista, bisogna cominciare a pensarlo in modo diverso».