«Pazienti “esclusi” dagli ex ospedali»
L’Asl trasforma i presìdi di Copparo e Comacchio. Cgil e Fials: chi non rientra nei Nuclei di cure primarie non sarà assistito?
L’Anaao chiede al S. Anna di rivedere il piano delle riduzioni estive dei posti letto. Secondo i vertici del sindacato medico la riorganizzazione, eccessivamente «gravosa», programmata per i prossimi quattro mesi - il piano coprirà il periodo compreso fra il 2 giugno e il 3 ottobre 2014 - rischia di provocare «gravi disservizi» che si scaricherebbero sui pazienti mettendo in seria difficoltà il personale che dovrà assisterli.
Ma non è tutto, aggiungono due sindacati del comparto, la Fp-Cgil e la Fials. Entrambi manifestano la loro «preoccupazione» per le prospettive di un piano che aggiungerà i suoi effetti alla cura da cavallo che ha portato via 300 posti letto nel giro di 3 anni dalle strutture sanitarie di Ferrara e provincia.
Per la Fp-Cgil il «giusto» obiettivo di garantire le ferie al personale, come avveniva anche in passato, si inserisce oggi in un quadro che sta risentendo in modo pesante della riorganizzazione operata dalle due aziende sanitarie, Asl e S. Anna.
Ma in ballo non ci sono solo i posti letto ordinari. «Domani (oggi, ndr) - spiega Marco Blanzieri, della Cgil-sanità - si inizierà a discutere con l’azienda sanitaria territoriale del progetto di trasformazione degli ex ospedali in ospedali di comunità e quello che si sta prospettando è un problema d’accesso che potrebbe coinvolgere molti cittadini residenti attorno a quelle strutture, in particolare a Copparo e a Comacchio». La Fp-Cgil porterà la questione sul tavolo degli enti territoriali, segnalandola direttamente ai sindaci.
Ma anche la Fials tiene gli occhi puntati sulla trasformazione del sistema sanitario locale. «Siamo stati i primi, ad aprile - rivendica la segretaria del sindacato, Mirella Boschetti - a segnalare le difficoltà che un piano estivo di riduzione dei posti letto particolarmente incisivo e spalmato su tutta la provincia avrebbe potuto creare sia ai pazienti che ai dipendenti, perlopiù dopo la perdita di 300 posti letto in 2-3 anni. Tutto questo mentre l’Asl annuncia le modalità di accesso alle strutture che saranno trasformate in ospedali di comunità, che prevedono una sorta di barriera all’accesso per i cittadini che non sono assistiti dai medici di base aderenti al Nucleo di cure primarie costituito in uno dei centri in via di trasformazione. Domani (oggi, ndr) chiederemo all’Asl di rinviare l’applicazione del piano, in caso contrario si rischia di fare un favore al privato accreditato». (gi.ca.)