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Tassi, un secolo di eccellenza a tavola

Bondeno: consegnato alle titolari dello storico ristorante il premio Nuvoletti dell’Accademia Italiana della Cucina

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BONDENO. Alla soglia dei cent'anni, per la sua storia e la sua fedeltà alla cucina tradizionale locale, al Ristorante Tassi ieri, il Premio Nuvoletti assegnato dell'Accademia Italiana della Cucina. A consegnare il riconoscimento, ieri a Bondeno, il vicepresidente vicario dell'Accademia Severino Sani, il delegato di Ferrara Luca Padovani e il delegato di Cento Salvatore Alberghini. Presenti, le due delegazioni, il coordinatore territoriale Gianni Negrini, e gli ospiti, Stefano Scansani (direttore de La Nuova Ferrara) e Andrea Cesari De Maria (delegato di Milano Duomo). Un premio, non solo per «promuovere e valorizzare un ristorante che offre garanzia di rispetto e osservanza della tradizionale cucina ferrarese, quale espressione di costume e civiltà, e difesa del patrimonio culturale e del paesaggio gastronomico locale», ma anche «per ricordare due amici, Enzo e Roberto Tassi». A ripercorrere i cent'anni di storia del ristorante Tassi, il delegato di Ferrara Padovani. Dal 1916, quattro generazioni impegnate a coniugare tradizione, tipicità, territorio e qualità. «Aperto come stazione di posta con cambio cavalli da Augusto Tassi e la moglie Dione, l'esercizio diventa nel ’24 trattoria/osteria con cucina e alloggio. Poi subentra il figlio Enzo: nel ’54 il locale Tassi diventa Albergo ristorante e ospita nel ’57 la puntata-sosta di Mario Soldati».

Fra ciccioli, cappellacci, salama e bolliti e la famosa Coppa Tassi, la conviviale è stata occasione per vari aneddoti. Nel ’94, alla scomparsa di Enzo, subentra Roberto che «migliora ma non cambia il menù degli anni '50. Nel 2013 scompare pure Roberto, subentrano la moglie Enza Alario e la figlia Roberta. A loro la consegna del Premio Nuvoletti, a suggellare quel legame, già stretto nel ’94 con la consegna della targa posta all’entrata del locale, fra Tassi e Accademia Italiana della Cucina. La motivazione: “Perché continui nel solco della tradizione, nel rispetto del recente dettato della risoluzione del Parlamento europeo”.

Beatrice Barberini

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