La Nuova Ferrara

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POGGIO RENATICO - dopo l’arresto di ardente

«Le mafie si battono con la coscienza civile»

di Marcello Pulidori
«Le mafie si battono con la coscienza civile»

Mara Biondi (Libera): iniziamo dalle scuole per costruire un’educazione alla legalità

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POGGIO RENATICO. L’arresto avvenuto nei giorni scorsi a Poggio Renatico che ha portato alla cattura di Angelo Ardente, titolare della impresa edìle Angelica Srl in odore di camorra, non poteva lasciare indifferenti chi, come l’associazione Libera, da anni si batte proprio contro le mafie. Gli uomini del Gico (Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata) della Finanza sono arrivati a casa sua a Poggio per arrestarlo e sequestrargli i beni accumulati con la sua attività, solo in apparenza regolare. Perchè Ardente, 44 anni, originario di Caserta, titolare della impresa edìle Angelica Srl, era in realtà - secondo gli inquirenti che hanno fatto scattare il blitz tra Napoli, Firenze e la nostra regione - prestanome della camorra e strumento per riciclare i soldi sporchi dell'organizzazione criminale campana. Ieri, come si accennava, ad intervenire, raggiunta al telefono, è stata Mara Biondi, centese e referente di Libera per il Centopievese: «Intanto rilevo - ha detto la Biondi - con grande piacere il fatto che un quotidiano come il vostro si occupi di tutto ciò. Per il resto Libera cerca tutti i giorni di fare capire che le mafie e tutte le organizzazioni criminali sono molto più vicine a noi di quanto noi stessi possiamo pensare. Spesso - prosegue la referente di Libera - quando ci si accorge dell’infiltrazione criminale, è purtroppo già troppo tardi». Infiltrazioni che, molto spesso, tendono ad insediarsi non soltanto nelle grandi città, ma anche - e Poggio ne è un esempio - nei piccoli centri, dove il malaffare può essere più lontano da occhi “indiscreti”. «Certo - replica la Biondi - , questo è verissimo. Va ricordato che ciò che interessa a queste organizzazioni sono gli appalti, i soldi. E per raggiungere il loro obiettivo sono disposte quasi a tutto».

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