La Nuova Ferrara

I nuovi capigruppo comunale hanno litigato un po’ ma sono riusciti a varare la nuova organizzazione del lavoro a Palazzo Municipale in un clima che il presidente del consiglio, Girolamo Calò, ha definito «complessivamente sereno e positivo». Tre ore e mezza è durata la prima riunione, ieri pomeriggio, e la decisione più spinosa, relativa alla riduzione numerica e la composizione delle commissioni permanenti, è arrivata con il solo voto contrario di Francesco Rendine (Gol). Troppi, secondo il civico, i commissari attribuiti al Pd, 6 per ogni ambito di lavoro, contro i 2 ciascuno di Forza Italia e dell’M5S, e 1 per ogni altro gruppo. In questa si riducono a 14 i componenti di ogni commissione, contro i 17 della consiliatura precedente, una riduzione in linea con quella delle poltrone in Consiglio comunale. Nessuno ha invece avanzato richieste di diminuzione dei gettoni delle commissioni, mentre, com’è noto, Calò ha accettato di autoridursi lo stipendio per fare il pieno di voti alla sua elezione. Le commissioni permanenti, sempre per effetto delle decisioni prese ieri, in questo caso con l’astensione di Rendine e Ilaria Morghen (M5S), passano da quattro a cinque: si aggiunge quella destinata al Decentramento, che soffre per la soppressione delle Circoscrizioni e che avrà anche lo Sport tra i temi di competenza. La commissione speciale Donne elette è invece sospesa per consentire al Consiglio comunale di trasformarla in Pari opportunità; restano in piedi Statuto e Controllo dei servizi pubblici.

Entro venerdì i gruppi dovranno consegnare i nominativi dei commissari, lunedì in Consiglio comunale ci sarà la votazione a scrutinio segreto per l’elezione di presidenti e vicepresidenti delle commissioni. In genere si arriva ad un accordo tra maggioranza e opposizione, contatti in queste ore.