Dirotta un bus della Tper, arrestato
Il pullman andava ai Lidi, lui ha minacciato con forbici l’autista per andare a Bologna: «Se non mi porti lì ti ammazzo»
Adesso è in carcere, ma da un’altra struttura di detenzione, l’ospedale pischiatrico giudiziario di Reggio Emilia, era appena uscito da pochi giorni (il 27 giugno) e questo riferimento inquadra il gesto che ha compiuto lunedì mattina, alla autostazione dei pullman di via Rampari San Paolo: ha tentato di dirottare un pullman della Tper, ha reagito poi ai carabinieri e quindi creato caos anche in carcere dove è stato trattenuto prima del processo e dove si trova ora. Allo stesso giudice che lo interrogava ieri mattina dopo esser stato arrestato e gli chiedeva dove abitasse, lui rispondeva «Non sono affari suoi». Parole bizzarre come il suo gesto: voleva dirottare il pullman della Tper in partenza verso i Lidi e farsi portare a Bologna. Quando però l’autista gli ha risposto che non poteva farlo ha estratto un paio di forbici minacciandolo: «Se non mi porti dove voglio ti taglio i c... e ti ammazzo». Con gran sangue freddo e tanto buon senso, l’autista lo ha gestito, tranquillizzato, a tal punto da riuscire a farlo scendere e poi chiudere le porte: «Ho fatto solo il mio dovere e sono stato fortunato» diceva ieri l’autista in attesa del processo per direttissima a carico dell’uomo che lo aveva minacciato. Ed è stato arrestato per questo: si tratta di un 54ene di origini napoletane Antonio Morza, che dopo essere sceso dal bus non si è dato per vinto e si è posto davanti al bus di linea fermo nel mezzo della strada e ne impediva marcia e manovra. Per questo motivo, dopo aver creato caos e disagi (per fortuna non è successo altro) è stato portato in caserma per accertamenti dove prima ha minacciato di morte gli stessi carabinieri, poi ha rotto una sedia della caserma lanciandola contro una porta. Solo l’intervento dei militari ha consentito di bloccarlo evitando conseguenze per se, i militari e le strutture. Quindi gli hanno presentato il conto giudiziario dei reati contestati. Da qui l'arresto per minaccia aggravata dall’utilizzo di un’arma, resistenza, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e porto di armi. L’uomo ha alle spalle una storia di disagi e precedenti penali: il 14 giugno era stato arrestato per furto a Bologna e messo ai domiciliari ma il giorno stesso dell’udienza di convalida quando sono andati a prelevarlo per portarlo in tribunale, era evaso. Da qui la seconda contestazione, e poi una volta riarrestato venne trasferito prima in carcere e poi all'Opg di Reggio, mentre nel frattempo il tribunale del riesame (cui aveva fatto ricorso il legale), lo aveva scarcerato (solo per il reato di furto) rimettendolo in libertà dall’Opg. Lunedì si trovava a Ferrara, non si sa per quale motivo e andava a Bologna - ha detto - per incassare dei soldi. Ma non ha spiegato da chi e perchè. Ora resterà in carcere, come deciso dal giudice Attinà su richiesta della pm Bovi, perchè pericoloso: ma la sua pericolosità dovrà essere valutata il prossimo 22 luglio al processo in cui il legale d’ufficio (ieri l’avvocato Andrea Ferrari) potrebbe anche chiedere una sua valutazione psicologica.