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«Siamo pronti a tornare in piazza»

«Siamo pronti a tornare in piazza»

Ad un anno dall’occupazione del San Camillo, il presidente della Consulta Mezzogori annuncia una giornata “calda”

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COMACCHIO. Avevano assicurato di condurre ad oltranza la loro occupazione pacifica del secondo piano dell’ospedale San Camillo, ricorrendo anche alla resistenza passiva in caso di intervento delle forze dell’ordine e così hanno fatto. Il 24 ottobre, domani, ricorre il primo anniversario della nuova azione di protesta messa in atto dagli attivisti della Consulta Popolare per il San Camillo, al fine di impedire l’insediamento della pediatria di gruppo, dopo l’avvio della medicina di gruppo. La Consulta non molla e anzi, a distanza di un anno rincara la dose, preannunciando un’altra manifestazione popolare, che ancora una volta accende i riflettori su quella che il suo agguerrito presidente Manrico Mezzogori torna a definire «una vergogna, che deve essere conosciuta oltre i confini locali, come sta tentando di fare l’onorevole Giorgia Meloni, che durante la sua visita ha capito bene la situazione».

Si avvicina così un altro grosso appuntamento con la piazza, che punta al massimo coinvolgimento della popolazione, anche in prospettiva dell’altro anniversario particolarmente caro alla Consulta, quello dei «moti popolari del 27 novembre del 2000 – come ricorda lo stesso Mezzogori - quando i cittadini si frapposero allo sciagurato tentativo di trasferire apparecchiature dall’ospedale nel cuore della notte».

L’occupazione pacifica del secondo piano del San Camillo da un anno a questa parte sta vivendo colpi di scena, che dall’atto dimostrativo di Mezzogori, per un soffio non finito in tragedia, alle recenti dimissioni del presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, nel tempo divenuto il bersaglio privilegiato delle contestazioni della Consulta, è passata attraverso comizi e manifestazioni molto partecipate, fondendosi con l’analoga azione di protesta condotta dal Comitato per la salvaguardia dell’ospedale del Delta. Non solo, perché la Consulta sta proseguendo la raccolta firme per una petizione a difesa del nosocomio locale, che già conta 7mila firme.

«Vogliamo dimostrare anche alla Corte dei Conti che un ospedale rinnovato e ristrutturato con più di 13 milioni di soldi pubblici – spiega Mezzogori – è diventato un immobile vuoto dal venerdì alla domenica, mentre la Casa della salute è una realtà virtuale dipinta dalla vecchia nomenclatura». «La medicina di gruppo – prosegue Mezzogori – dovrebbe funzionare h12, ma sinora hanno funzionato solo gli ambulatori dei medici di famiglia, che a turno dovrebbero far funzionare l’ambulatorio di nucleo, ancora fumoso e attivato solo due giorni fa, dopo il clamore per la visita dell’onorevole Meloni». Quello del 24 ottobre si preannuncia come un anniversario particolarmente sentito, celebrando il quale, la Consulta intende rilanciare il proprio impegno «contro gli slogan e le chiacchiere da bar di una casa della salute che di fatto – stigmatizza Mezzogori – esiste solo sulla carta e dal lunedì al venerdì. Scendiamo di nuovo in piazza e continueremo a farlo finchè non raggiungeremo l’obiettivo. Questa amministrazione aveva promesso di aiutarci, ma noi siamo ancora in occupazione e loro fuori...adesso anche dal Movimento. Chissà se qualcuno verrà a manifestare»...