Un sogno: far rivivere il Cinema Teatro Cavour
Comacchio, la speranza è di Teresa Alberi, figlia dello storico proprietario «È un luogo che ha dato tanto alla comunità, merita di avere nuova luce»
COMACCHIO. Sulle ali di un sogno, vagheggiando Nuovo Cinema Paradiso, film portato al successo nell’88 da Giuseppe Tornatore, oggi Teresa Alberi, rappresentante legale del vecchio Cinema Teatro Cavour di Comacchio, spera di riportare a nuova vita un luogo caro a diverse generazioni.
Nel Cinema Teatro Cavour, situato di fianco al Circolo del Bastone, a due passi dal Sacrario dei caduti, nel ’55 fu proiettato il film La donna del fiume, interpretato da Sophia Loren e Rick Battaglia, interamente girato tra Comacchio, le Valli, Lido Volano ed i canneti di Pila e Porto Tolle. «Ero piccolina all’epoca – racconta Teresa – e ricordo che quando furono girate le riprese fui incaricata di consegnare un omaggio floreale a Sophia Loren».
Sono tanti i ricordi che legano Teresa al mondo del cinema, quello della commedia all’italiana e dei grandi kolossal che, come il film di Soldati, fecero la fortuna dell’Italia, esportando in tutto il mondo i divi di casa nostra. «Sono grata ad Andrea Samaritani e a Stefania Marconi che mi hanno contattata per il videodocumentario del film, chiedendomi una fila di sedie del cinema, esposte a Palazzo Bellini durante la mostra, ma oggi più che mai è vivo il desiderio di riportare in auge il cinema, chiuso dalla fine degli anni ’70».
Sorto nel dopoguerra all'interno del “palazzone dei diseredati”, come i comacchiesi chiamavano l’edificio che per anni aveva ospitato sfollati di guerra, il Cinema Teatro Cavour, di proprietà di Luigi, papà di Teresa, ha vissuto stagioni leggendarie, quelle del passaggio dal film muto ai grandi kolossal, come Maciste, Ben Hur, Cleopatra, i grandi western, le cui prime si tramutavano in eventi epocali, tanto da costringere i carabinieri ad intervenire per dirimere le dispute alla corsa al posto tanta era la ressa. Per il cinema, che ha visto anche stagioni teatrali di lirica e prosa è sopraggiunto alla fine degli anni ’70 un declino purtroppo inesorabile, complici la crisi del settore e la nascita delle grandi sale cinematografiche in città.
Teresa non si rassegna e proprio sull’onda dell’omaggio alla Loren spera che qualcuno, magari un gruppo di giovani, possa farsi avanti e ridare nuova luce al Cinema Teatro Cavour: «Non vorrei che nel tempo subentrasse un cambio di destinazione d’uso – dice Teresa -; è un cinema da 350 posti, che ha dato tanto alla comunità, promuovendo la cultura teatrale e cinematografica».
Oggi sulla facciata esterna comparirà il cartello “Cinema teatro Cavour”, per far conoscere a tutti un pezzo di storia del territorio, il quale non deve svanire.
Katia Romagnoli