Omicidio Tartari, le risposte dall’autopsia
Ferrara, conferito l’incarico. Le operazioni cominceranno giovedì pomeriggio. Un genetista affiancherà il medico legale
FERRARA. È un lavoro molto complesso quello che attende il medico legale Maria Rosa Gaudio e il genetista Matteo Fabbri, a cui ieri il pubblico ministero Filippo Di Benedetto ha conferito l’incarico di eseguire l’autopsia sul corpo di Pierluigi Tartari, il pensionato rimasto vittima di una rapina mortale il 9 settembre scorso nella sua casa di Aguscello, e ritrovato due settimane dopo in un casolare abbandonato in via Pelosa.
Diversi i quesiti a cui i consulenti della procura, che inizieranno le operazioni peritali giovedì pomeriggio, dovranno dare risposta. A cominciare dal riconoscimento ufficiale della vittima, che fino a questo momento è stato limitato agli abiti che indossava, e che dovrà essere completato con una conferma genetica confrontando i reperti con il dna dei familiari.
Uno degli interrogativi più importanti, per gli sviluppi processuali della vicenda, riguarda la causa del decesso. I tecnici dovranno chiarire se ad uccidere Tartari sono state le botte inferte dai rapinatori, o se l’anziano è stato colto da malore durante l’intrusione in casa. Anche il momento della morte è fondamentale per avvalorare o smontare la versione di Patrick Ruszo, l’unico dei tre arrestati ad aver confessato la partecipazione al colpo, e che ha sempre sostenuto che l’anziano era ancora vivo quando fu portato in via Pelosa. Ai consulenti è stato chiesto di avere indicazioni sull’epoca della morte della vittima. In ogni caso, la dottoressa Gaudio ha già organizzato la struttura di lavoro che, per la sua particolare complessità, si avvarrà anche dell’esperienza di strutture esterne, dotate dei migliori ausili tecnici.
Saranno eseguiti anche esami genetici sui reperti raccolti in fase di indagini sui luoghi della tragedia di Tartari: nella villetta di Aguscello, ma anche sull’auto della vittima usata dai malviventi per portar via l’anziano, o agli sportelli bancomat in cui sono stati effettuati i prelievi utilizzando la tessera sottratta al pensionato, e nel casolare di via Pelosa dove si è concluso il suo calvario. Tutti elementi che potranno contribuire a compensare l’assenza di impronte digitali dei malviventi, che durante la rapina avevano indossato i guanti per non lasciare tracce.
Oltre ai consulenti della procura, agli accertamenti sarà presente anche il consulente della difesa di Constantin Fiti (avvocato Bova), il medico legale Mauro Martini. Al conferimento ieri erano presenti anche la sorella della vittima, accompagnata dall’avvocato della famiglia Tartari, Eugenio Gallerani, l’avvocato Filippo Sabbatani per Ruszo e l’avvocato Daniele Borgia per Huber Sandor.(a.m.)