Morto in casa, non era solo quella sera
La tragedia di via Ortigara, procura e polizia indagano sulle ultime ore: sequestrati abitazione e pc
Se non fosse per il suo passato, per gli eccessi di cui era conosciuto e per i comportamenti sessuali violenti tornati a galla dopo la scoperta del decesso nella sua casa di via Ortigara la settimana scorsa, forse, la sua morte non avrebbe avuto le attenzioni che ora gli vengono riservate. La casa in cui è stata trovato morto, la settimana scorsa, dopo diversi giorni dal decesso, è ora sotto sequestro per consentire agli inquirenti di potere cercare prove e riscontri: così anche il computer e tanto materiale probatorio che procura e squadra mobile dovranno studiare.
Perchè? Perchè la morte dell’uomo, 62enne, che abitava in via Ortigara - di cui continueremo a non fare il nome, perchè legato all’omicidio di Nicola Bonetti di 35 anni fa da cui fu scagionato e per rispetto dei suoi familiari, nemmeno nati a quei tempi - potrebbe non essere una morte accidentale. Procura e squadra mobile stanno indagando infatti per il reato di «morte in conseguenza di altro reato»: ipotesi costruita sulla base del quadro che si è presentato agli inquirenti, nella casa, ricco di materiale e reperti sequestrati.
Sullo sfondo ci sono ad esempio abitudini private dell’uomo, che incontrava spesso in casa persone e per questo, potrebbe essere stato, nei 4 giorni prima della scoperta della sua morte, in compagnia di qualcuno e questo qualcuno potrebbe aver fatto qualcosa, su di lui o con lui, legato alla sua morte.
E’ vero, sullo sfondo di tutto c’è l’inquietante coincidenza del caso dell’omicidio di 35 anni fa, di cui venne accusato e prosciolto, e di cui oggi - con una ipotesi suggestiva ma al momento priva di qualsiasi collegamento tecnico-giudiziario - da più parti viene accarezzata l’idea di una revisione dell’inchiesta. Niente di tutto questo, al momento, nell’indagine sulla morte del 62enne commerciante ferrarese, facoltoso e benestante che fu indagato 35 anni fa per l’omicidio di Nicola Bonetti, che restò accusato per 10 anni e dopo 10 anni prosciolto e scagionato.
Ieri mattina la procura ha dato incarico alla medicina-legale di svolgere l’autopsia sul corpo dell’uomo che la dottoressa Maria Rosa Gaudio inizierà giovedì mattina, per accertare cause e tempi della morte. La certezza è che l’uomo è morto per lesioni o un malore, occorre valutarne l’altra causa: ma le inchieste si basano sui fatti, non sulla letteratura dei cold-case e allora solo dopo la perizia medico-legale si potrà accertare come e quando possa esser morto.
Anche se è bene ribadire che al momento della scoperta e nei giorni seguenti, era stato riferito dagli stessi inquirenti che l’uomo era stato trovato in casa senza vita nel bagno, riverso a terra con la faccia sul piatto della doccia e tutto faceva propendere alla morte accidentale. E se fosse stato, invece, con qualcuno e insieme possano aver assunto sostanze legate alla morte, e poi aver avuto un malore? Domande che gli stessi inquirenti si sono posti, sulla base di quello che hanno trovato in casa. Che potrebbe avere collegamenti con la morte dell’uomo: da qui ad esempio il sequestro del computer, ora affidato ad un perito per la sua lettura. Attività tecnico-giudiziarie indirizzate e legate, al momento, solo alla sua morte. Non all’omicidio di 35 anni fa: per indagare su questo occorrono atti concreti, garantiti ed equilibrati. Evitando suggestioni e letteratura. (d.p.)