Due offerte e mezzo per le quattro banche
Due fondi si sono esposti, un terzo “di riserva”. Diventa cruciale la vendita delle sofferenze
Tutto come previsto, o quasi. Le offerte vincolanti per Nuova Carife e le altre tre good bank sono state tre, ma una di esse, hanno fatto subito sapere le fonti finanziarie romane, è limitata alla società di assicurazioni Bap di Banca Etruria. Le altre due dovrebbero essere, anche se il condizionale resta d’obbligo in assenza di comunicazioni ufficiali da parte di Bankitalia, quelle dei fondi internazionali Apollo e Lone Star, anche se si parla di una quarta offerta non impegnativa da parte di Apax, un altro fondo, che può venir preso in considerazione solo come “riserva”. «Le offerte verranno analizzate dagli advisor, ulteriori comunicazioni seguiranno all’esito delle valutazioni» si limita a scrivere Banca d’Italia. Questo significa che la palla passa all'advisor finanziario SocGen e a quello legale, lo studio Chiomenti, che per un periodo di tempo indefinito (l’unica scadenza resta il 30 settembre per chiudere l’intera operazione, salvo naturalmente ulteriori proroghe), analizzerà le offerte dal punto di vista economico e delle prospettive industriali. Solo se l’esito delle valutazioni sarà negativo, nel senso dell’inadeguatezza delle offerte, ci potrà essere spazio per altre ipotesi. Quella circolata con insistenza nelle ultime settimane, cioè l’inserimento del Fondo volontario del Fitd come ancora di salvataggio, in attesa di tempi migliori, è comunque tutta da verificare in termini di gradimento dei grandi gruppi di credito e di vaglio Ue.
In questi giorni i vertici di Nuova Carife sono stati costantemente impegnati a Roma, in riunioni con il presidente delle quattro good bank, Roberto Nicastro, ed il suo staff. Restano cruciali per la conclusione della vicenda le procedure di vendita dei crediti deteriorati in pancia alla bad bank, ai quali nelle ultime settimane dovrebbero essersi aggiunti gli asset dell’ex società di leasing Commercio e Finanza, che è stata incorporata dalla capogruppo. Dalle prospettive di guadagno su questi crediti dipende infatti la sostenibilità dell’intera operazione.