La moschea di via Oroboni si apre
L’invito ai ferraresi: chi ha dubbi venga a sentirci e faccia domande
La comunità islamica di Ferrara e provincia fa un passo importante per "smarcarsi" dall’islamismo estremista, che ha generato il sedicente stato dell'Is e il terrorismo. Proprio per evidenziare che il vero Islam è pace, e soprattutto dialogo, il presidente della comunità pakistana Waheed Akbar, invita tutti i cittadini, di qualsiasi credo religioso, a assistere alle preghiere in moschea in via Oroboni 10. «Chiunque abbia dei dubbi - fa sapere il presidente - può venire qui, il venerdì alle 13, quando preghiamo, e al termine rivolgerci qualsiasi domanda». Un tentativo di apertura, portato avanti grazie anche all'aiuto del giovane studente e traduttore Alì Faisal, che al termine del messaggio dell'imam Iqbal Zaheear, che ieri ha condotto la preghiera, ha reso il messaggio in italiano. «Abbiamo ribadito che musulmano è chi segue l'insegnamento del Corano e del Profeta. L'insegnamento che abbiamo avuto da questi due pilastri si basa sulla convivenza e su un progetto di umanità. Nel Corano si parla dei diritti della persona, senza fare riferimento esclusivo al musulmano. Ci si riferisce ai diritti del cittadino e al rispetto del vicino, chiunque esso sia. Il Profeta ha detto parole chiare: uno non è musulmano se la notte dorme a pancia piena e il vicino ha fame. Senza alcuna distinzione».
Lo stesso rispetto vale nei confronti delle altre religioni: «Se una persona prega per un altro Dio, lascia che faccia. Da nessuna parte c'è riferimento alla violenza. Se qualcuno uccide una persona non rispetta il Corano. Le prime vittime degli attentati terroristici siamo noi musulmani, che veniamo coinvolti e invece quello non è il vero Islam. Come comunità dobbiamo avere le idee chiare, questi attentati non hanno nulla a che fare con l'Islam».
Al termine, il presidente Waheed Akbar ha tenuto a ribadire la disponibilità e l'apertura della moschea a tutti. «Se qualche cittadino ha dei dubbi, può chiamarmi, e sono disponibile anche a collaborare per risolvere situazioni come urla o schiamazzi notturni, desideriamo collaborare in ogni modo». Il numero da contattare in caso di necessità è il seguente: 320-5630248. Il venerdì diventa quindi una sorta di open day, come lo hanno definito gli organizzatori, per dare qualsiasi chiarimento.
In seguito agli attentati, vi sentite oggetti di razzismo? «Sensazione di razzismo non direi, è un reazione automatica che può capitare, ma noi cerchiamo di farci conoscere», risponde Alì. Qualche simpatizzante dell'Is, vi è mai capitato? «No, ma se capitasse lo denunceremo subito», affermano convinti Waheed Akbar e Alì Faisal
Veronica Capucci