Unindustria: più produttività nelle fabbriche
Federmeccanica vuole mantenere il contratto nazionale, però “rinnovato”. È quanto ha spiegato agli industriali ferraresi il direttore dell’associazione Stefano Franchi, alla presenza di Luca Zaghi,...
Federmeccanica vuole mantenere il contratto nazionale, però “rinnovato”. È quanto ha spiegato agli industriali ferraresi il direttore dell’associazione Stefano Franchi, alla presenza di Luca Zaghi, rappresentante di Unindustria Ferrara nel consiglio generale di Federmeccanica. Franchi ha poi fatto visita a due fra le più importanti aziende metalmeccaniche della nostra provincia, Berco e ZF Trw. Sei i punti chiave: salario minimo garantito, premi di produzione detassati e legati ai risultati, un welfare più strutturato con iniziative aziendali e benefici previsti contrattualmente, formazione continua, condivisione degli obiettivi e politiche attive per aiutare chi ha perso il lavoro. Dall'inizio della crisi sono stati quasi 300mila i posti di lavoro persi nel settore e il 25% delle imprese ha chiuso o ridotto le attività.
«Si sta affermando una nuova rivoluzione industriale - ha commentato Roberto Bonora, direttore di Unindustria Ferrara - che dobbiamo cogliere per poterne ottenere i maggiori benefici in termini di crescita e di sviluppo. A Ferrara le imprese metalmeccaniche e i sindacati hanno affrontato assieme con responsabilità i durissimi anni della crisi, purtroppo non ancora del tutto conclusa. Dobbiamo e possiamo uscirne, e non vediamo altro modo se non quello di aumentare la produttività delle nostre aziende e quindi siamo pienamente d'accordo con la linea di Federmeccanica, che si pone l'obiettivo di creare ricchezza e distribuirla laddove viene prodotta». La proposta Federmeccanica, ha sottolineato Franchi, intende garantire «salari adeguati all'andamento reale del costo della vita e aggiornati ogni anno, aumenti retributivi “sani” in quanto legati ai risultati delle aziende e che allo stesso tempo aumentano realmente il potere di acquisto dei lavoratori in quanto tassati nella misura del 10% rispetto al 38% dei tradizionali incrementi retributivi, il potenziamento del welfare contrattuale e il diritto soggettivo alla formazione per tutti i lavoratori».