Agricoltura biologica in marcia
A Ferrara sono oltre 12mila gli ettari coltivati con metodi green
L'agricoltura biologica in Italia è un settore che marcia bene. Lo rilevano i dati forniti dal Centro Studi di Confagricoltura che, con le proprie aziende, rappresenta circa un terzo del totale bio nel nostro Paese. Le imprese che hanno scelto questo sistema 'green' hanno superato quota 55mila, con un aumento medio annuo del 6% negli ultimi 5 anni, rappresentando oltre il 10% della superficie agricola nazionale con 1,4 milioni di ettari coltivati. Il bilancio per le aziende associate a Confagricoltura, che sono il 15% del totale e coltivano 480mila ettari, con una superficie media aziendale di circa 50 ettari a fronte di una media nazionale di 33 ettari, è più che positivo, quindi, e dimostra le prospettive di un comparto in continua crescita sul mercato interno ed internazionale. L'Italia è infatti il principale Paese al mondo esportatore di prodotti biologici, davanti a Olanda, Spagna e Stati Uniti. Oltre il 74% delle aziende biologiche italiane è presente sui mercati esteri da oltre 5 anni, soprattutto in Germania (24%), Francia (20%) e i Paesi del Nord Europa in generale. Il primato per l'export è però solo un punto di partenza. Al convegno tematico, organizzato recentemente da Confagricoltura a Roma, si è parlato di come sviluppare le potenzialità ancora inespresse di questo metodo produttivo. A partire dagli aiuti dell'Unione Europea fino agli investimenti regionali concessi dal Psr. Dall'analisi dei Psr emerge che la regione con la maggiore superficie agricola investita a biologico è la Sicilia (280,4 mila ettari). L'Emilia Romagna si classifica al settimo posto, passando dagli 80.924 ettari del 2013 agli 88.899 del 2014, con un aumento del 9,9% che fa sorridere anche Ferrara, dove gli ettari coltivati con metodi green sono oltre 12mila. «Il settore biologico sta dimostrando grande vivacità oltre ad essere proiettato verso i mercati esteri - commenta Pier Carlo Scaramagli, presidente di Confagricoltura Ferrara - che però chiede maggiori investimenti nel campo dell'innovazione, a cui il piano strategico nazionale per l'agricoltura biologica, recentemente approvato, assegna notevole importanza. Oltre a consolidare l'aggregazione dell'offerta dei produttori, è necessario aumentare la ricerca: il biologico, infatti, potrebbe rappresentare un investimento tecnologico per il futuro oltre ad una concreta possibilità soprattutto del seminativo e della frutticoltura». (a.t.)