L'omicidio di Ferrara: due killer in bicicletta In fuga e non trovati
Uno dei due ricercati è il fidanzato della nipote del proprietario di casa Ha preso le difese di lei, cui venivano inviate raccomandate dagli inquilini
FERRARA. I killer in bicicletta non si trovano. Li cercano tutti - carabinieri, polizia, finanza - ma non li hanno ancora trovati, fino a tarda sera, i due killer che hanno sparato, ucciso e ridotto in fin di vita, nella casa di via Ravenna 227. Dopo aver ucciso Roberto Tosi e lasciato in fin di vita la compagna Raffaela Pareschi, hanno inforcato le biciclette e via, verso via Ravenna, direzione Ferrara, da dove erano venuti. Dalla città.
Di loro si sa ben poco. Di uno dei due, però, quel tanto che basta per diramare le ricerche con nome, cognome e foto segnaletica. Uno dei killer - presunto, ma indicato come tale da Vittorio Chiccoli, l’anziano che abita nella casa e di cui è proprietario - è Simone Bertocchi, ha 36 anni, è originario della provincia di Varese, ma abita a Ferrara. Lo hanno cercato subito ieri mattina nella casa della fidanzata qui in città, senza trovarlo, e le ricerche stanno continuando, senza esito. Della sua scorta, di chi fosse con lui, il secondo killer non si sa nulla: anche in questo caso, la sua presenza - due persone che arrivano e scappano - è indicata sempre da Chiccoli, ma lui stesso avrebbe riferito di non conoscerlo, di non sapere chi sia. Di Bertocchi si sa con certezza che ieri mattina la fidanzata l’avrebbe visto per l’ultima volta, ben sapendo che Bertocchi andava a Fossanova San Marco per regolare la questione del problema della perdita d’acqua dal terrazzo che infiltrava nella casa abitata dai Tosi-Pareschi. Cosa sia successo non si sa, all’interno. Si sa sempre dalla ricostruzione degli inquirenti e dei testimoni, che vi sarebbe stato un sopralluogo all’interno e poi il fatto. Ma chi ha sparato e con quale pistola? È stato Bertocchi o l’altra persona che era con lui? Domande cui si potrà rispondere solo dopo aver rintracciato i due presunti killer.
Che avrebbero sparato, secondo la prima ricostruzione, con una pistola di piccolo calibro, non ingombrante e facilmente nascondibile, anche nelle tasche dei pantaloncini corti che i due vestivano. Una pistola calibro 6.35 che i due avrebbero portato al “regolamento di conti” con gli inquilini. Un regolamento dicevamo che potrebbe essere degenerato. E ancora, chissà, Bertocchi potrebbe essersi presentato con il compagno - probabilmente armato all’insaputa di Bertocchi stesso. Ipotesi, congetture e nulla più.
Mentre una delle altre certezze è che non ha sparato la pistola che era detenuta in casa dalla vittima, con regolare porto d’armi, visto che si parla di una calibro 7.65: questa è stata una verifica che gli inquirenti hanno subito eseguito e risolto senza ombra di dubbi. Dunque i due killer si sono presentati all’appuntamento per discutere del problema della casa armati. Volevano solo spaventare gli inquilini? Può la situazione esser degenerata così? Possono le raccomandate che venivano inviate spesso dalla coppia Tosi-Savonuzzi aver esasperato Bertocchi, che aveva preso le difese della fidanzata alla quale le richieste di danni venivano inviate?
Solo Bertocchi potrà dirlo, quando verrà trovato assieme al suo complice, lui e l’altro, due killer in bicicletta.