L'omicidio di Ferrara: «È stato il fidanzato di mia nipote»
Il testimone, Vittorio Chiccoli, che abita nella porzione della casa del delitto
FERRARA. Non riesce a parlare, trema nervosamente, è sotto choc: Vittorio Chiccoli ha 75 anni, è l’anziano proprietario della casa di via Ravenna 227, teatro della tragedia di ieri mattina. La casa in cui abita è solo la metà dello stabile, quasi lasciata andare la parte dove vive solo, assistito (la Cir che consegna i pasti), vulnerabile, finendo da ieri dentro una voragine psicologica senza fine. Con la Nuova Ferrara, tra i primi a giungere sul posto, racconta, tremando e facendo tenerezza per la sue difficoltà, ciò che ha visto e sentito che ha poi ripetuto in un lungo faccia-faccia, come testimone ai carabinieri, nella caserma di via del Campo.
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Le indagini sugli assassini sono partite proprio dalle sue parole, da valutare soppesare e verificare. «Ho visto arrivare il fidanzato di S. (la nipote,ndr) e poi è andato là dietro, nel giardino della casa» spiega quasi sfogandosi. La dietro e indica la mezza casa che gli anziani inquilini, Tosi e Pareschi dividevano con lui. Una casa con giardino, tutto curato, solo a veder da fuori, segno che la coppia ci teneva e teneva anche che le cose andassero al meglio. Forse con eccessiva pressione, viste le raccomandate a raffica che spedivano per cercare di trovare soluzioni. Raccomandate che hanno innescato, di fatto, la tragedia.
Dopo quelle raccomandate Vittorio non poteva far tanto, nemmeno occuparsi quasi di se stesso. Ecco allora il possibile intervento del “parente” acquisito, il fidanzato della nipote, Simone Bertocchi, il 36enne che ieri si è presentato nella casa in via Ravenna 227, per appianare i dissidi, sappiamo che non c’è riuscito. Vittorio Chiccoli poi spiegava di averli visti scappare, Bertocchi e un altro ragazzo: «erano in bicicletta, coi pantaloni corti», e dà le indicazioni sui tratti somatici, la stazza del fisico, e altre indicazioni che i carabinieri stanno raccogliendo. Lui stesso ha raccontato che, una volta arrivato nel giardino, ha visto l’uomo che si muoveva appena, e la donna che cercava di tirarsi su mentre i sanitari del 118 le dicevano di non muoversi: poi l’allarme dal cugino, dall’altra parte di via Ravenna. Perché scappando i due killer avevano strappato la linea del telefono di casa.