Mezzogori: odissea sanitaria per una famiglia di turisti
COMACCHIO. «Una sanità da terzo mondo», tuona Manrico Mezzogori sulla pagina Facebook della Consulta Popolare per il San Camillo, dopo aver postato il racconto dell’odissea di una famiglia belga in...
COMACCHIO. «Una sanità da terzo mondo», tuona Manrico Mezzogori sulla pagina Facebook della Consulta Popolare per il San Camillo, dopo aver postato il racconto dell’odissea di una famiglia belga in vacanza ai Lidi. È sabato sera, quando mamma, papà e bimba dolorante a un braccio arrivano in auto nel piazzale dell’ospedale San Camillo. «Nonostante la nostra origine popolana mastichiamo un po’ di inglese e francese. Riusciamo a comprendere che la bambina è caduta da un gioco - scrive il presidente della Consulta - Subito accompagniamo gli ospiti al punto di primo intervento. Il personale è accogliente, preparato e premuroso. La dottoressa di turno si prodiga con le cure a sua disposizione. Si ipotizza una frattura. Ma alle 20 smonta il radiologo... quindi non si può fare una lastra». Nello stesso orario «all’Ospedale del Delta chiude anche il pronto soccorso pediatrico e quindi la bimba deve essere trasportata a Cona per sottoporsi all’esame prescritto. Tutto questo «alle 21 di sera. Come se turisti belgi fossero autoctoni - insiste Mezzogori -, e sapessero dove si trova Cona, a 40-50 km di distanza. Una sanità da terzo mondo». Il post chiude con un’interrogativo al sindaco, invitato anche a lasciare il Comune: «Dove sono finiti i soldi stabiliti nel bilancio Asl per il rifacimento del manto stradale dell'ospedale di Comacchio? Forse a Codigoro?».