Legata e imbavagliata svuotano la cassaforte
Minuti di terrore per la 50enne Cristina Busin immobilizzata con del nastro Il raid effettuato da 4 falsi finanzieri. Molto ingente il bottino tra soldi e titoli
Se esiste l’inferno, per lei, Cristina Busin, originaria di Castagnaro di Verona, 50 anni, è iniziato ieri all’alba. La donna si trova nella propria abitazione all’interno del residence “Borgo Le mura”, in via Caretti. È la strada che collega la rotonda in prossimità del centro commerciale Le Mura con il quartiere Quacchio, in via Pomposa. La Busin, con ogni probabilità, vista anche l’ora, sta dormendo. Suona il campanello del suo appartamento: a premere il pulsante, sotto, sono 4 uomini, corporatura media, vestiti da finanzieri, ma (più tardi) si scoprirà che sono falsi finanzieri e autentici banditi. Hanno recuperato qualcosa che assomiglia alla divisa delle Fiamme Gialle e poi hanno pianificato la rapina. Il campanello, si diceva. Su alcuni dettagli sta ancora indagando la squadra mobile della questura di Ferrara. Sta di fatto che dopo pochi minuti, forse meno, i quattro falsi finanzieri riescono, in qualche modo, ad entrare in casa. Eccolo, allora, l’inferno. Che inizia. Secondo la ricostruzione confermata anche dalle forze dell’ordine, i quattro intrusi prendono la donna, la imbavagliano con del nastro adesivo, le legano gambe e braccia con le piccole fasce in plastica dura utilizzate dagli elettricisti. Sono fascette dalle quali è molto difficile liberarsi proprio perché molto resistenti. Immobilizzata la donna, i quattro si dirigono verso la cassaforte. Pare che i rapinatori si siano prima fatti aprire la stessa cassaforte. A quel punto il grosso era fatto: dalla cassaforte i banditi prelevano tutto quanto possono prelevare. E quello che riescono a portare via, secondo indiscrezioni che provengono dagli inquirenti, è tanto. Tantissimo. In soldi e titoli bancari. Evidentemente la 50enne li considerava sicuri, in quel posto. Certezza che i 4 falsi finanzieri le hanno, purtroppo, ben presto tolto. La Busin resta bloccata in casa, cerca di richiamare l’attenzione di qualche vicino di casa, fino - per fortuna - a riuscirci. L’uomo la aiuta a rialzarsi. La donna è in evidente stato di choc e un’ambulanza del 118 la trasporta d’urgenza all’ospedale di Cona. Non presenterà ferite, ma uno stato, appunto, di choc non indifferente e, comunque, da curare. Gli agenti della scientifica effettuano rilievi (come mostrano le foto che pubblichiamo) sulla porta d’ingresso, la seconda, quella già dentro al residence, superata la quale si accede alle scale. Si cerca di capire se vi siano state forzature nelle serrature. Poco prima, sbrigato il “lavoro”, la fuga in auto dei quattro falsi agenti della Guardia di finanza. Le prime verifiche suggeriscono cifre importanti, tra denaro e titoli, per quanto riguarda il bottino: il tutto contenuto in quella cassaforte. L’inventario è ancora in corso. Potrà essere la stessa 50enne, che da poco tempo risiede in una mansarda all’ultimo piano dell’edificio, a fornire nelle prossime ore ulteriori elementi. La donna, come confermato anche da alcuni condomini, conduce una vita piuttosto riservata, in pochi (sempre mantenendo il proprio anonimato) dicono di averla vista. Faticano a riconoscerla e a descriverla, anche se una donna sa che abita la mansarda dell’ultimo piano. Indaga la squadra mobile di Ferrara.
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