Nel borgo del silenzio dove nessuno sa nulla
Inutile chiedere informazioni suonando i campanelli della palazzina Qualcuno guarda da dietro le tende. Prevale la paura e i residenti si rintanano
Difficile, praticamente impossibile cercare conferme, informazioni, anche soltanto impressioni o sensazioni da queste parti. Il bel residence Borgo Le Mura, al 41 di via Caretti, da questo punto di vista è un fortino impenetrabile. Almeno per chi si presenta davanti al quadro dei campanelli per capire come sia avvenuta questa rapina e ricavarne alcune testimonianze. Suoniamo a tutti i pulsanti. Sono le 12 in punto. La proprietà è privata e l’unico modo per entrare in contatto, in comunicazione, con un residente è suonare il campanello. Sono un giornalista de la Nuova Ferrara, buon giorno, sa qualcosa di quanto accaduto questa mattina (ieri per chi legge, ndr) all’alba? La domanda è sempre la stessa, ma cambiano le risposte. «Come? No guardi ....non so nulla ....», e citofono sbattuto giù. Secondo tentativo: «Siamo impegnati - è la voce di un uomo - , provi a suonare agli altri campanelli». Citofono giù. Terzo tentativo: «Io non apro a nessuno, provi a suonare agli altri campanelli, non so ....». Quarto tentativo: «....senta, io sono la badante, non posso aprire la porta, nè il cancello sottostante, a nessuno. La signora deve rientrare, ma non so a che ora». Citofono giù. Quinto (ed ultimo campanello), quinto tentativo: nessuna risposta (probabilmente non vi era nessuno in casa). Ci aggrappiamo alle speranze destate dall’arrivo di una donna sulla cinquantina/sessantina che, per la verità molto gentilmente, parcheggia l’auto all’interno del cortile e ci viene incontro verso il muretto: «Cosa è accaduto? - ci chiede - , io sono uscita presto, alle 6,30 circa, - ci dice - perché sono andata ad annaffiare il giardino di mia figlia, che si trova in un’altra parte della città». Scusi, ma lei la donna vittima della rapinata non l’ha mai vista? «Mai». Poi la stessa gentile signora ci sussurra che probabilmente la Busin (la donna rapinata) risiede nella mansarda all’ultimo piano, sul retro dello stabile. Arriva anche una Mercedes, alla guida c’è un uomo che sta per entrare nel cortile. Gli raccontiamo quello che sappiamo e lui, dopo averci squadrato ben bene, replica: «Credo che quella donna avesse molti soldi chiusi in quella cassaforte, me l’ha detto un conoscente ....», e non aggiunge altro. (m.puli.)
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