«Noi vigili del fuoco sempre al fianco di Galan»
Oggi a 10 anni dall’incidente per il quale è in coma irreversibile, colleghi e comandante andranno davanti alla sua casa: «Vicini a Marco e al suo papà»
Marco Galan, vigile del fuoco, è in stato di coma irreversibile dal 26 luglio 2006. Nel piazzale della caserma di via Verga dove stava lavorando rimase schiacciato da un camioncino. A dieci anni esatti dall'incidente, questa mattina il comandante provinciale Ermanno Andriotto si presenterà alla porta dell'abitazione di Chiesuol del Fosso dove l'uomo oggi 53enne viene amorevolmente assistito dalla sua famiglia. «E' un modo per dire che non ci siamo dimenticati di Marco, un gesto di rispetto verso il padre Toni che mi auguro sia apprezzato. Se sarà così, ce ne staremo lì davanti per qualche minuto, non voglio nemmeno entrare in casa. Ci saranno altri colleghi, ne sono sicuro; in divisa e con i nostri mezzi di servizio», spiega il comandante di origine veneta, alla guida del corpo ferrarese dall'estate del 2014. Conosce bene i fatti di cui sta parlando. «So perfettamente - prosegue Andriotto - che questo non è un giorno come gli altri, non possiamo nascondercelo: tutti, al nostro interno, sentiamo il peso di quella vicenda drammatica che sta causando un calvario senza fine ai danni di Galan e nei confronti di chi gli sta vicino. Innescò poi episodi spiacevoli, una serie di rapporti guastati e di tensioni che non giustifico». Oltre che una storia giudiziaria conclusa da tempo: Michele De Vincentis, comandante nel periodo in cui si svolse il terribile incidente sul lavoro, venne condannato dalla Cassazione nel gennaio 2013 a due mesi di reclusione per lesioni e violazione delle norme di sicurezza.
Andriotto non vuole tornare alle aule di tribunale, tutt'altro: «All'epoca non c'ero e non entro nel merito né darò alcun tipo di giudizio. Dico solo che il mio obiettivo in questo frangente è unire e non dividere. Passi avanti ne sono stati compiuti, ora il dialogo tra il padre di Marco e il comando c'è: con Toni ci vediamo spesso». Durante tutti questi anni molti colleghi hanno manifestato la propria vicinanza a Galan, andando a trovarlo e organizzando iniziative di solidarietà. Oggi una nuova tappa, con la visita del comandante. «Non la voglio chiamare ricorrenza e, attenzione, neppure lo faccio per me - precisa Andriotto -. In tutte le caserme sul territorio si terranno minuti di silenzio e di raccoglimento: lo dobbiamo a Marco innanzitutto».
Fabio Terminali