Il complice rimane libero per lui solo una denuncia
William Biancucci è accusato di omicidio e tentato omicidio come Bertocchi, gli inquirenti: ma sul suo conto non ci sono indizi altrettanto gravi e concordanti
FERRARA. Condividono entrambi l’accusa di omicidio e tentato omicidio in concorso. Ma se per Simone Bertocchi, costituito ieri ai carabinieri, è scattato il fermo di polizia giudiziaria, chi era con lui al momento dell’aggressione mortale a Fossanova è ancora un uomo libero, perché su di lui pende solo una denuncia. Questo hanno deciso procura e carabinieri, dopo aver ascoltato a lungo in caserma, ieri pomeriggio, William Biancucci, 36 anni. A lui gli inquirenti sono arrivati dopo la ricostruzione dei fatti fornita dallo stesso Bertocchi, nel corso di un interrogatorio durato diverse ore davanti al pubblico ministero Stefano Longhi.
Secondo gli inquirenti, infatti, mentre su Bertocchi graverebbero forti indizi, che lo indicano come colui che materialmente ha esploso i colpi di arma da fuoco contro Roberto Tosi e Raffaela Pareschi, gli elementi a carico di Biancucci non sono stati ritenuti tali da richiedere una misura di tipo cautelare. Al momento, hanno chiarito ancora ieri sera gli inquirenti nel corso di una conferenza stampa, non risultano esserci altri indagati, anche se l’inchiesta è tutt’altro che conclusa «e nei prossimi giorni ci potrebbero essere ulteriori sviluppi», ha aggiunto il comandante provinciale dei carabinieri di Ferrara, Carlo Pieroni.
La stessa ricostruzione dei fatti dovrà essere definita e precisata da ulteriori accertamenti, a cominciare dall’autopsia e a proseguire con la ricerca di tutti i riscontri alle dichiarazioni fornite da Bertocchi, che ha comunque ammesso di aver sparato ai coniugi.
Il ruolo di Biancucci, secondo i primi riscontri, sembrerebbe molto più defilato: Bertocchi gli avrebbe chiesto di accompagnarlo a Fossanova per eseguire dei lavori e Biancucci non sarebbe stato a conoscenza nè del possesso della pistola da parte dell’amico, nè dei suoi rapporti burrascosi con Roberto Tosi. Lo stesso Bertocchi, secondo gli inquirenti, non sarebbe arrivato in via Ravenna già con l’intenzione di uccidere, ed è per questo che, al momento, non gli è stata contestata l’aggravante della premeditazione.
Biancucci, da parte sua, si sarebbe ritrovato in una situazione di cui non era consapevole, e che è completamente sfuggita di controllo. Una lite che poi degenera: gli spari, il sangue, la fuga. E poi le 48 ore successive: Bertocchi, il killer ricercato che poi decide di costituirsi. E il complice, che non ha sparato, ma sa e tace. Per paura di non essere creduto, a causa di alcuni guai passati, ha spiegato agli inquirenti. Che forse, in parte, hanno creduto alla sua versione e per lui non è scattato il fermo.