«Il fermo pesca ha bisogno di modifiche»
PORTO GARIBALDI. Quarantatré giorni senza pesca a strascico tra Trieste e Rimini per un fermo biologico che, a dieci anni dalla prima sperimentazione, forse ha bisogno di alcune importanti modifiche....
PORTO GARIBALDI. Quarantatré giorni senza pesca a strascico tra Trieste e Rimini per un fermo biologico che, a dieci anni dalla prima sperimentazione, forse ha bisogno di alcune importanti modifiche. Ne è convinta Coldiretti che chiede di differenziare lo stop secondo i ritmi biologici delle diverse specie ittiche e non geograficamente, con una soluzione che dunque eviterebbe la chiusura dei mercati locali. Con il provvedimento scattato lunedì (ma l’ultima calata di reti c’è stata tra venerdì e sabato), in tutto l’Alto Adriatico non si potrà pescare sino al 5 settembre, mentre tra i compartimenti di Pesaro e Bari l’interruzione andrà dal 16 agosto al 26 settembre e da Brindisi a Imperia, dal 17 settembre al 16 ottobre, secondo un calendario che penalizza le attività turistiche adriatiche a discapito di quelle tirreniche. Anche se i consumatori non sarebbero poi così informati. Secondo un’indagine Ixe commissionata dalla stessa Coldiretti, più di un italiano su tre non conosce il fermo e dunque rischia di trovarsi inconsapevolmente nel piatto prodotto congelato o non locale.