Vittorio era “spremuto” Spariti ventimila euro
La vittima stava denunciando le angherie subite dal vicino di casa
FERRARA. «Domenica sera mi stavo preparando per andare a casa di Roberto. Ero stato due giorni in vacanza fuori Ferrara e per staccare avevo tenuto sempre la tv spenta. L’ho accesa alle sette di sera di domenica, un’ora prima dell’appuntamento, per guardare il telegiornale. E ho saputo così che Roberto era stato ucciso e Raffaela ferita gravemente».
A parlare è l’amico della coppia che, con le sue dichiarazioni, ha illuminato di una luce del tutto nuova gli interrogativi sul movente del delitto di Fossanova San Marco. Perché subito, non appena appresa la notizia, «ho pensato che la sua morte potesse essere collegata al motivo per cui aveva chiesto di incontrarmi: sospettava che il suo anziano vicino di casa, Vittorio Chiccoli, venisse privato della pensione, e voleva che chi di dovere facesse accertamenti». I sospetti di quelle sottrazioni si erano concentrati su Simone Bertocchi, il fidanzato della nipote di Chiccoli, da subito indicato come il killer arrivato in bicicletta con un complice.
Sottrazioni che, peraltro, potrebbero non limitarsi a un unico episodio: secondo alcuni riscontri i prelievi ammonterebbero a circa 20.000 euro.
Ma era bastato un unico espisodio, ad accendere l’indignazione di Roberto e a spingerlo ad agire. E se forse può sembrare strano che qualcuno possa darsi tanta pena per un vicino di casa «questo non deve stupire, parlando di Roberto - continua l’amico - Lui e la moglie Raffaela si erano resi conto che l’anziano, molto sprovveduto e ingenuo, era di fatto abbandonato a se stesso e ne avevano avuto compassione, diciamo che lo avevano quasi “adottato”, come un nonno acquisito: gli facevano la spesa, gli tenevano il cane. Era stato Roberto, ad esempio, a rivolgersi ai servizi sociali ottenendo per Vittorio la consegna a domicilio dei pasti da parte della Cir, dopo che si era accorto che l’anziano si nutriva quasi sempre di scatolette».
Lo stesso istinto di difesa era scattato quando Roberto si era accorto, guardando il conto corrente di Vittorio, che la pensione veniva prelevata lo stesso giorno in cui veniva versata. «Roberto era fatto così, era deciso, di fronte a certe cose si arrabbiava. E non mi stupisce che sia poi andato in banca insieme a Vittorio, per parlare con il direttore, e cercare di capire chi accompagnava l’anziano a ritirare la pensione per poi prendergli i soldi lasciandolo, come mi aveva raccontato, senza nemmeno la possibilità di comprarsi da mangiare. Roberto non si capacitava: ma come? - si chiedeva - Prende la pensione, non esce mai di casa, dove mai può spendere quei soldi?»
L’amico di Roberto è un esponente delle forze dell’ordine, e a lui si è rivolto dunque per chiedere consiglio sul da farsi: «Aveva già scritto in gran parte la lettera in cui esponeva i fatti; domenica sera, una volta ultimata, avremmo dovuto valutare se interessare i servizi sociali o presentare un esposto alla procura».
Ecco perché, fin dall’inizio, l’amico di Roberto non ha creduto al fragile movente della perdita d’acqua: «Il problema era saltato fuori lo scorso inverno, quando diluviava, ma ormai erano mesi che non ne parlava più. E poi lui aveva già fatto tantissime riparazioni a quella casa quando lui e Raffaela sono andati ad abitarci. Dopo la morte del figlio Riccardo (nel 1998 in un incidente stradale) avevano deciso di non avere immobili di proprietà e di vivere in affitto, tanto non avrebbero avuto nessuno a cui lasciare la casa. Roberto aveva provveduto a molti lavori e riparazioni, che poi venivano scalati dall’affitto». Affitto che, a quanto si apprende, veniva riscosso da Sabrina Chiccoli, la nipote di Vittorio, cui la casa era intestata. E con la quale, in passato, c’erano state ruggini giudiziarie, e in questa inimicizia era rimasto coinvolto anche il fidanzato di lei, Simone Bertocchi, in un crescendo di acredine. Fino alla tragedia: un uomo morto e la moglie, Raffaela, in pericolo di vita.
«Se si riprende, non so come reagirà alla morte di Roberto, erano davvero molto uniti», conclude l’amico. Insieme avevano affrontato non solo la morte del figlio Riccardo, ma anche vicissitudini finanziarie. Roberto Tosi viene descritto come una persona che amava lanciarsi in avventure d’affari. Tempo fa aveva messo a punto un brevetto per costruire case a secco in un Paese africano. Il contratto era già pronto quando un colpo di Stato cambiò completamente gli scenari e ovviamente l’affare andò a monte, insieme a tutto l’investimento. Tosi, a quel punto, aveva abbandonato ogni progetto nel settore dell’edilizia, ma era rimasto segnato dalle conseguenze di quell’affare sfortunato. Non aveva però perso la voglia di lottare, anche per un vicino indifeso, e questo gli è stato fatale.