«L’Asl ci ripensi sulle ambulanze del 118»
Presidio dipendenti Cidas e della sanità pubblica in piazza Savonarola: «Sbagliato e rischioso affidarle al volontariato»
È iniziato ieri mattina alle 9 in piazza Savonarola il presidio a oltranza del personale Cidas, la cooperativa che gestisce personale sanitario formato. Il loro contratto scade il 31 luglio, e dal 1° agosto il 50% del servizio di emergenza 118 di Ferrara sarà in mano al volontariato. Cosa questa che inevitabilmente suscita perplessità e timori negli operatori, sia per la qualità del servizio che sarà fornito al paziente che per il rischi della perdita di posti di lavoro.
«Il presidio lo abbiamo deciso nelle assemblee con il 118 che con Cidas, lo stiamo facendo per contestare la scelta dell’Asl di affidare il servizio emergenza ai volontari. Questa operazione ridurrebbe potenziali posti di lavoro e lavori già in essere», spiega Maria Claudia Canella, dirigente provinciale Cisl. Non è un discorso rivolto contro i volontari, tutt'altro, spiega Canella: «Chi interviene deve essere molto preparato, perché deve saper leggere i bisogni del paziente.Questa è la sicurezza per la persona. Non vogliamo contestare il volontariato, ma il suo ruolo deve essere sussidiario, non sostitutivo». Dal 1° agosto "dieci persone dipendenti della Cidas possono perdere il loro posto di lavoro, poi non sappiamo quanti altri ne seguiranno» continua la sindacalista. «Nulla contro i volontari, basta che non portino via posti di lavoro. Per questo al presidio partecipano dipendenti pubblici dell'Asl e dell'azienda ospedaliera Sant’Anna, perché la preoccupazione è di tutti. Rimaniamo qui per cercare di far tornare sui suoi passi l'Asl. Ci aspettiamo anche una risposta dalla politica, ma finora non c'è stato nulla», afferma Maria Claudia Canella.
Ma un volontario-autista che deve guidare l’ambulanza può rifiutare un incarico, magari perché quel giorno ha altri impegni? «Il volontario può rifiutare di fare un servizio, ma l'associazione deve garantire la presenza di qualcuno. Difficile comunque poter garantire un servizio importante di 122mila ore attraverso il volontariato» Ma non è tutto. I sindacati danno battaglia anche perché «non abbiamo contezza della tipologia di contratto di lavoro che l'associazione possa attivare, ci sembra quasi un'istigazione al lavoro irregolare. Siamo a conoscenza di persone che hanno svolto servizio per 72 ore di fila».
Erica Salvioli, funzione pubblica Cgil, dice che «a oggi, la decisione presa dall'ASL è di affidare il 50% dei servizi di emergenza di Ferrara e provincia in gestione al volontariato. Il fatto che un servizio di tale importanza venga dato a persone che non sono professioniste, che non hanno un contratto di lavoro ci preoccupa. Il volontariato è importante, deve essere parte integrante dei servizi, ma non può essere sostitutivo. Ci chiediamo anche, dato che l'azienda non ha risposto, se i controlli che dovrebbero essere fatti sulle associazioni, vengano svolti effettivamente. L'utente che chiama il 118 ha diritto a ricevere un servizio di un professionista. Attualmente il problema riguarda 80 lavoratori. Chiediamo un passo indietro,una rivalutazione anche a livello regionale, perché è stata la Regione a organizzare così il 118».
Interviene anche Stefano Balboni, di Coes Italia, l'associazione che riunisce gli autisti professionisti delle ambulanze: "Si è visto in base a studi, che nelle zone dove c'è più volontariato, ci sono più incidenti» magari legati al fatto che chi è volontario, dopo il suo lavoro, si mette alla guida di un'ambulanza. Un altro problema, rileva sempre Balboni, «è la mancanza di controlli sanitari. Adesso se uno ha 70 anni con la patente B e vuole guidare un'ambulanza lo può fare. I rischi quindi sono di qualità del servizio e incidentalità» Oggi sarà presente al presidio Moreno Montanari, il presidente di CoEs..
Veronica Capucci