Asilo nido, lavoratrici a rischio
Il Comune non ha prorogato il bando. Dodici addette in ansia
POGGIO RENATICO. Quest'anno sarà un agosto difficile e ancora più caldo del solito per 12 lavoratrici a tempo indeterminato dell'asilo nido “Gioco Giocando” di Poggio Renatico. «Che sarà di noi?» Questo si chiedono in queste ultime settimane che precedono l'inizio del nuovo anno scolastico tutte le lavoratrici impegnate sui servizi educativi del Comune di Poggio Renatico.
«A luglio, quasi al limite del tempo massimo a disposizione - spiega Luca Greco della Funzione Pubblica Cgil - è uscito da parte del Comune un bando di concessione del plesso educativo “Gioco Giocando” di durata triennale (2016-2019), in sostituzione alprecedente appalto, arrivato alla sua scadenza naturale e, per scelta politica, non prorogato. Con la concessione, scelta politica condotta del Comune e dalla sua giunta, ci troviamo di fronte ad un primato negativo. La concessione, come soluzione tecnica, consegna in toto la gestione del servizio al soggetto subentrante e libera il Comune da ogni onere/dovere (rette, utenze, stabile, morosità...). Con l'aggravante nel caso del Comune di Poggio Renatico, atti alla mano, di una rivisitazione al ribasso della copertura economica. A domanda immutata di posti nido. Tanto il calo del finanziamento ha un “naturale” strumento di recupero: il costo del lavoro.
Ad essere messa in discussione è l'offerta pedagogica nella sua globalità. A complicare ulteriormente la prospettiva, le più recenti disposizioni introdotte dal nuovo codice degli appalti che ammette la possibilità per il Comune, qualora la gara andasse deserta, di uscire dai meccanismi e dagli standard dichiarati e di procedere con una semplice lettera di invito rivolta a soggetti terzi, scelti dall'ente committente. Di fronte a questo scenario - chiude Greco - la clausola sociale inserita nel capitolato, che tutela le lavoratrici solo ed esclusivamente in caso di subentro di un altro soggetto cooperativo, sembra la classica foglia di fico dietro cui nascondere il vero obiettivo che sembra avere il comune: la dismissione dei servizi educativi. Tutta questa situazione è inaccettabile».