Ferrara, rose e gonfaloni da città e contrade per l’addio a Mauro
Ieri alla Sacra Famiglia il funerale di Catozzi, esponente di S. Luca. Chiesa gremita. Fortini: dava valore al mondo del Palio
FERRARA. Rose rosse sulla bara di Mauro Catozzi, ieri nella chiesa della Sacra Famiglia; intorno i gonfaloni delle otto contrade e della Corte Ducale ed una chiesa gremita con altrettante persone all’esterno. È lo scenario del l’ultimo triste e partecipato saluto al contradaiolo che a 55 anni ha perso la vita e terminato il suo intenso impegno nel mondo del Palio a causa di un incidente stradale.
«Si fa fatica a leggere con gli occhi di Dio questo doloroso evento - ha detto il parroco, don Mauro Ansaloni - incapaci di capire il disegno del Padre. Difficile è affidarci alla sua volontà e non pensare che la vita di Mauro ci è stata rubata. Era un entusiasta, un punto di riferimento per tanti e quindi dobbiamo trovare la forza di andare avanti sull’esempio che ci ha lasciato. Anche se l’ho incontrato diverse volte, voi che l’avete frequentato, siete più adatti di me a ricordarlo e a trovare non le risposte alla sua perdita, ma la consolazione della fede».
E sottolineando il significato del cero acceso vicino alla bara, simbolo della luce della fede e della speranza, don Ansaloni ha chiesto a Mauro di aiutare lui stesso i suoi cari e gli amici a camminare nella dolorosa realtà terrena a cui lui non appartiene più.
Tanti gli occhi lucidi e le lacrime che hanno impedito a molti di parlare di Mauro, di quella grande perdita causata da una morte prematura. Lo ha invece fatto Stefano Di Brindisi, futuro presidente dell’Ente Palio, ricordando che Mauro era una colonna di San Luca e di conseguenza dell’Ente; mentre Giambaldo Perugini ha aggiunto che è stato un grande uomo del Palio e di contrada, due aspetti che non sempre si uniscono. «Era affettuoso ed esuberante - ha sottolineato Giorgio Cavallari che fu presidente dell’Ente Palio quando Mauro passò dalla contrada di San Paolo a quella di San Luca - e quando prese quella decisione non mancarono le critiche, ma lui mantenne sempre ottimi rapporti con gli amici bianconeri e la loro presenza e le loro lacrime oggi lo confermano».
La funzione religiosa è ormai terminata e l’assessore al Palio Aldo Modonesi va al microfono per dargli l’ultimo saluto istituzionale. «Nei miei ricordi legati al Palio c’è sempre Mauro, orgoglioso della sua contrada - ha esordito l’assessore - per me era prima di tutto un amico e quando la morte arriva così all’improvviso ci fa rimpiangere il tempo che non ci ha permesso di dire e di fare altre cose insieme. In questi giorni ci siamo fatti forza con il flusso dei ricordi che ci aiuteranno a lenire il dolore».
Infine il presidente Alessandro Fortini, nell’esprimere la difficoltà di parlare di un amico che tre anni fa lo aveva accolto con un abbraccio ha concluso dicendo che lui rappresentava quel valore della famiglia del Palio a cui Mauro apparteneva saldamente».
Margherita Goberti