Ambulanze, professionisti o volontari fa differenza
Le questioni sollevate dall'affidamento del servizio alle associazioni
FERRARA. Lo dico chiaramente: ritengo il volontariato un'attività non soltanto nobile, ma insostituibile nella nostra rete socio assistenziale. Senza la passione, la competenza e il tempo messi generosamente a disposizione, il sistema del welfare collasserebbe.
E' un dato di fatto. Allo stesso tempo credo che vada rispettata la differenza tra volontariato e lavoro, che non è data solo dallo scarto (quando c'è) tra uno stipendio e un rimborso spese, ma è questione di prospettive, segnata da professionalità e investimenti. Riflessioni a margine della scelta dell’ Ausl ferrarese di affidare parte del servizio ambulanze d'emergenza, quelle che scattano alle richieste di soccorso raccolte dal 118, agli autisti delle associazioni di volontariato che già svolgono i trasporti programmati degli infermi, togliendo lavoro ai professionisti uniti in cooperativa. Il motivo è semplice: contenere i costi. "Si realizza il perseguimento di efficienza di bilancio" recita la delibera che chiama obiettivi regionali ed indica in 177mila euro il risparmio annuale, su una partita che storicamente vale oltre 2,7 milioni, ed anzi ancor meno perché il sistema messo in piedi ha un buco di 18 ore settimanali su Ferrara città che andrà sanato con un’integrazione. Insomma, un risparmio sulla carta del 6,5%, decisamente meno di quanto ci si poteva ingenuamente credere.
"A Ferrara si sperimenta il lavoro non retribuito", era stato il grido di allarme dei Cinque Stelle. Scopriamo invece che le associazioni di volontariato a cui per legge possono essere riconosciuti solo rimborsi spesa, sono appena appena più a buon mercato che un'impresa.
Ne vale la pena? Vale la pena per un risparmio così contenuto affidare un soccorso per il quale si corre sul filo tra la vita e la morte ad un autista che ha appena terminato un turno in fabbrica? Il volontario tipo fa questo: è in servizio quando può, alternativamente agli impegni di lavoro.
A livello di certificazioni - lo diamo per scontato - ha le carte in regola, ha superato gli stessi esami di un autista soccorritore professionale (anche se la Regione prevede per lui la metà delle ore di formazione di chi lo fa di mestiere), ma quanto a stanchezza, chi può dirlo? E sull'abitudine allo stress e la lucidità necessarie a garantire il corretto svolgimento del servizio e la sicurezza stradale? L'associazione regionale Conducenti di mezzi di soccorso racconta di un tasso di incidentalità maggiore nelle aree in cui il servizio è affidato ai volontari. Rettifico la domanda: può mai valerne la pena?
E ancora: può un'azienda pubblica permettersi di sostituire lavoratori con volontari? Formalmente sì. La strada è indicata dalla sentenza della Corte di giustizia europea secondo cui il trasporto sanitario può essere assegnato in via diretta alle organizzazioni di volontariato, quindi senza bisogno di gara, a patto che ci siano finalità sociali e che l'ente risparmi. Detto, fatto. Il verdetto è di fine gennaio e alla prima occasione la Ausl lo fa valere. La rete delle associazioni che ha attivato è ben conosciuta, fatta di strutture rodate. Nessuna che abbia messo in campo particolari innovazioni sul servizio o che si sia particolarmente attrezzata per gestire possibili emergenze in ambito sanitario, sociale o sanitario, ma tutte ugualmente affidabili, idonee, accreditate e con piani formativi coerenti - elenca scrupolosamente il dipartimento nel sostenere che le otto realtà non possano essere ordinate in una graduatoria di merito, ma che la distribuzione delle quote del servizio debba essere fatta in orizzontale. Una fotografia dell'esistente.
Nell'inusuale nota congiunta in cui il Comune di Ferrara affianca l'Ausl nel tranquillizzare i propri cittadini sui controlli e le verifiche, si legge anche che con i nuovi incarichi le associazioni di volontariato potrebbero aver bisogno di assumere autisti professionali, magari proprio quelli che la cooperativa dovrà lasciare a casa. Ma quanti? Qual è il numero di dipendenti che le associazioni possono arrivare ad avere e quale la complessità della propria struttura di stipendiati, senza snaturarsi? E non è una domanda retorica, ma una questione dirimente. Perché se l'Ausl può interpellare direttamente le associazioni, è proprio in virtù della loro ragione sociale. Altrimenti servirebbe una gara.
La rivoluzione sulle corse d'emergenza scatta domani. Per i trasporti ordinari, che fanno parte dello stesso affidamento in convenzione, cambia niente. Così come per le ambulanze che portano a casa i pazienti dimessi dagli ospedali, servizio svolto esclusivamente dalle associazioni: dopo le 19 di sera resta davvero complicato trovarne.
Buona domenica.
Luca Traini