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Ferrara

Anziano muore per sospetta legionella 

Anziano muore per sospetta legionella 

Indagini della procura, la verità dall’autopsia: si dovrà indicare se si tratta del batterio e dove è avvenuto il contagio  

01 giugno 2017
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E’ morto il 25 maggio scorso all’ospedale Sant’Anna per sospetta legionella: e adesso sul decesso di Mendes Bergamini, 87 anni di Vigarano Mainarda, la procura ha aperto un’inchiesta e ordinato un’autopsia (eseguita martedì dal perito della procura Matteo Tudini). Una indagine contro ignoti che ipotizza il reato di omicidio colposo, senza indagati, proprio per accertare, aver conferma o smentire l’ipotesi del decesso causato da una infezione da batterio della legionella ed eventualmente individuare il luogo in cui sarebbe avvenuto il contagio.
A dare notizia della vicenda e dell’indagine in corso, ieri mattina, è stato lo studio tecnico-legale a cui si è rivolta la famiglia Bergamini, lo Studio 3A di Mestre, che ora con propri tecnici affiancherà il lavoro della procura. «La famiglia Bergamini - spiega la nota dello studio - chiede con forza di sapere com'è morto il proprio congiunto e per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia ha nominato consulenti e legali». Nella nota, i consulenti dei Bergamini spiegano che «la perizia dovrà appurare se il decesso sia stato determinato o meno dalla legionella e, in caso affermativo, andrà chiarita l'origine dell'infezione: i batteri, oltre che in natura, possono penetrare nelle condotte degli impianti idrici e dei condizionatori». Sarà compito della procura (pm Ombretta Volta) valutare attraverso i propri consulenti se il decesso è correlato alla legionella e dove sia avvenuto il contatto col batterio, poichè l’anziano ha avuto diverse fasi di degenza: al suo domicilio, all’ospedale di Cento e di Cona dove è deceduto. Per accertare come e dove possa essere avvenuta l’infezione, occorreranno test ed esami approfonditi da parte dei tecnici che eseguiranno campionamenti in tutti i luoghi, impianti idrici, di condizionamento e ventilazione dove l’anziano ha vissuto nei mesi precedenti il decesso.
«Certo è che se fosse confermato che si tratta di legionella, e se il batterio fosse stato contratto all'ospedale di Cona - spiega nella nota lo studio 3A -, sarebbe un fatto alquanto inquietante, visti i precedenti del nosocomio ferrarese». Affermazione di cui la stessa Nuova Ferrara ha chiesto conto ad uno dei consulenti, Luigi Peron, che interpellato, si è soffermato su altri casi sospetti segnalati dal 2015 a Cona. E’ bene chiarire, tuttavia, al momento che l’unico caso accertato di legionella è quello per la morte di un’anziana 71enne, al vecchio ospedale Sant’Anna per cui si è celebrato un processo con la condanna di due dirigenti sanitari (pendente l’appello) e una condanna dell’ospedale in sede civile. Su altri casi sospetti e menzionati sulle cronache - due, uno nel 2015 e l’altro 2016 - da quanto ha appreso la Nuova Ferrara non sarebbero finora state evidenziate responsabilità dell’ospedale di Cona. Per questo motivo, come dicevano ieri in procura, occorre massima cautela e attendere gli esiti della perizia in corso sul decesso di Bergamini. La stessa procura si è attivata dopo la segnalazione inviata dall’ospedale di Cona visto che nel reparto Clinica Medica era stata diagnosticata per l’anziano una polmonite causata dal batterio della legionella: sulla base di questa diagnosi, la direttrice della Medicina legale del S. Anna, Maria Rosa Gaudio, ha segnalato il caso alla procura.
«Ora - concludono i consulenti della famiglia Bergamini - bisognerà attendere gli esiti degli esami chimici, tossicologici, istologici e citologici sui frammenti organici e i liquidi biologici prelevati dall’anziano». (d.p.)