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Nella “sua” sala commiato l’addio a Carlo Bassi

di Marcello Pulidori
Nella “sua” sala commiato l’addio a Carlo Bassi

Ieri in Certosa il funerale del grande architetto i cui progetti segnano un’epoca Divulgatore instancabile di rara raffinatezza culturale. Il cordoglio del sindaco

28 settembre 2017
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Carlo Bassi, l’architetto, se n’è andato. Ma le sue opere, imperiture, resteranno per sempre. È questo lo spirito che ha idealmente cinto la Sala del commiato (che lo stesso Bassi aveva progettato) dove ieri in tarda mattinata si sono svolti, sobri ma intensissimi, i funerali di Carlo Bassi. Destino che lo accomuna ai grandi, le cui opere vivono oltre i loro autori.

Nato a Ferrara il 15 settembre del 1923, Bassi è stato un architetto di rara finezza ed un intellettuale acuto e lucido fino al termine dei suoi giorni. Ferrara gli era rimasta nel cuore, sempre, anche quando dovette allontanarsene per prendere strade lontane e talvolta impervie che erano le strade del suo ingegno.

Ieri, a rendergli l’estremo saluto c’era la Ferrara che in Carlo Bassi aveva sempre visto anche l’uomo del riscatto, il grande architetto capace di cucire su Ferrara un “respiro” internazionale. Perché di sicura valenza internazionale sono stati i suoi progetti, non solo architettonici ma anche poetici, perché Bassi è stato uno scrittore dall’impareggiabile lirica. Così si sono notati, discreti, il sindaco Tiziano Tagliani, l’ex primo cittadino Roberto Soffritti, il direttore artistico del Ferrara Buskers Festival, Stefano Bottoni, lo storico Luigi Davide Mantovani, Anna Quarzi direttrice dell’Istituto di storia contemporanea e altri volti noti della Ferrara che amministra e della politica. Don Franco Rogato, che assieme a don Andrea Zerbini, ha officiato la messa, ha ricordato «le straordinarie doti professionali di Bassi ma anche la sua grande umanità». Don Rogato ha citato Bassi e quella che il grande architetto definiva la disperanza, un termine vagamente sudamericana che significa, certo, non avere più speranze, ma che nella visione di Bassi assumeva anche un significato liberatorio, quasi positivo.

La carriera di Carlo Bassi è stata tutta tutto un succedersi di conquiste, successi, vette raggiunte. Dopo aver incontrato all'inizio della sua carriera l'architetto Goffredo Boschetti, suo coetaneo, Bassi aveva lavorato a lungo a Milano in uno studio di progettazione. Sue opere importanti sono la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino (costruita negli anni 1951-1959) dopo un concorso nazionale vinto, e l'istituto medico "Sante Zennaro" a Imola, nel Bolognese, un complesso sanitario e scolastico ora adibito a struttura di supporto alle attività culturali e logistiche della città costruito per la provincia di Bologna dopo un altro concorso vinto da Bassi nel 1963. Lo studio di architettura “Bassi e Boschetti” ha progettato inoltre una serie di chiese: i Santi Angeli Custodi in via Colletta a Milano, Sant'Adele a Buccinasco, Sant'Anselmo a Malcantone, nella diocesi di Mantova, l'ampliamento di San Giovanni a Saronno (in provincia di Varese), ispirato a Santa Maria delle Grazie, la chiesa milanese che ospita il Cenacolo vinciano. Altri numerosi interventi sono stati realizzati dallo studio per conto dell'Arcidiocesi di Milano. A Ferrara l'ultima opera di Carlo Bassi è la chiesa dedicata al beato Giovanni Tavelli da Tossignano, a Villa Fulvia. Negli anni settanta Bassi aveva ricevuto la medaglia d'oro alla 13ª Triennale di Milano e la cittadinanza onoraria di Baltimora (Usa). Carlo Bassi è stato inoltre autore di varie pubblicazioni dedicate a Ferrara e all'architettura. E proprio Ferrara perde con lui un figlio magnifico, oltreché un architetto-artista di fama mondiale.

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