Sulla Romea sfora il limite di un chilometro e viene multato
Velocità massima i 70 all’ora: lui con l’auto faceva i 71 Il conducente: «Non vado veloce penso soltanto che ci vorrebbe un po’ più di elasticità»
Samuele Govoni
CODIGORO. Stava passando sulla strada statale Romea come fa da quattro anni a questa parte per andare all’università ma non si è accorto che, questa volta, il pedale dell’acceleratore era un po’ troppo schiacciato sotto al suo piede. Per questo, Federico Garoia, studente di medicina, ha ricevuto una multa dal Comune di Codigoro. A rilevare l’infrazione è stato il velox situato nei pressi dell’Abbazia di Pomposa, che ha fotografato lo studente che procedeva a 71 chilometri orari. In quel tratto il limite è dei 70 e quindi, la macchina ha rilevato e l’agente preposto ha convalidato la sanzione. L’episodio ha lasciato l’amaro in bocca al giovane Garoia, che ha scritto anche all’amministrazione di Codigoro per far valere le sue ragioni ed esprimere il suo rammarico per l’accaduto.
la beffa
«Ho superato il limite di velocità e - dice lo studente - me ne assumo le responsabilità. Però ci tengo anche a dire che l’ho superato di un solo chilometro orario, penso che ci vorrebbe un po’ di elasticità in più da parte delle persone che si occupano di validare le infrazioni registrate dal velox». Lo studente, residente a Riccione, frequenta l’università di Udine e da anni percorrere su e giù la Romea un paio di volte a settimana. «Non è raro vedere persone che vanno forte poi inchiodano pochi metri prima del velox e poi ripartono a tutto gas. Quel comportamento - continua Garoia - oltre a essere ingiusto e pericoloso, è beffardo nei confronti degli automobilisti che, come me, seguono le regole della strada. Il limite è dei 70 e io facevo i 71 (dato netto della rivelazione; ndr) pago la multa ma con amarezza».
IL RICORSO
Lo studente dopo aver ricevuto la raccomandata a casa aveva chiamato gli agenti della polizia locale di Codigoro chiedendo spiegazioni, gli hanno detto che l’unica cosa che poteva fare era presentare ricorso e andare davanti al giudice di pace. «In un primo momento ho pensato di farlo ma poi ho preferito lasciar perdere. Non tanto - dice - per la paura di perdere la causa, quanto per le lungaggini del procedimento e per le spese ad esso collegate».
E aggiunge: «Dovrei prendere un avvocato, venire da Riccione a Ferrara per l’udienza... preferisco pagare ma non volevo far passare in silenzio questo episodio». Garoia a sua discolpa dice anche di avere il tachimetro analogico, «è impossibile percepire variazioni così piccole». —
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