Sulle cartucce si cerca il Dna dell’assassino dei cugini
I periti a caccia di materiale organico sulle “borre” sparate dal fucile che ha ucciso Esami tossicologici per verificare che i Benazzi fossero già morti nell’auto in fiamme
CODIGORO. Dopo due settimane l’inchiesta sul duplice omicidio dei cugini Benazzi entra sempre più nel vivo: da una parte ieri mattina gli incarichi ai tecnici per eseguire nuovi atti scientifici su reperti sui corpi e tanto altro. Dall’altro, gli inquirenti - procura e carabinieri - potrebbero a breve decidere di svolgere altri esami sul luogo del delitto e in quello del ritrovamento dell’auto bruciata con dentro i due corpi dei cugini Riccardo e Dario Benazzi.
Indagini circoscritte
Per raccogliere altri riscontri e poter sempre più circoscrivere le indagini attorno a possibile sospettati: riscontri per la pm Lisa Busato e gli uomini dei carabinieri del reparto investigativo e della Compagnia di Copparo impegnati da due settimane nelle indagini sono attesi dagli esami assegnati ieri mattina ai periti nomimati: la tossicologa forense dell’Università di Verona, Rossella Gottardo e il genetista forense dell’Università di Ferrara, Matteo Fabbri. Il primo incarico alla tossicologa è quello di verificare se possa esservi fumo nei polmoni dei corpi dei due cugini Benazzi, nell’eventualità (per poi escluderlo) che possano essere morti dopo essere stati feriti dai colpi sparati contro di loro. Altro esame, sulle parti di terreno prelevato nel campo dell’impianto eolico in cui sono state repertate tracce ematiche e fluidi: si cercano conferme che possa trattarsi di materiale umano dei corpi dei cugini raggiunti in quel punto da colpi di fucile da caccia: Riccardo mortalmente, visti i pallini trovati nel corpo (il tronco) e pochi al petto, mentre Dario solo nelle gambe, probabilmente mentre stava scappando: tracce che dovranno essere comparate con il Dna dei due corpi dei cugini.
Test speciali
Altro esame importante per circoscrivere il quadro che condurrebbe gli inquirenti ai possibili (possibile) sospettati, l’accertamento speciale sulle borre trovate sul luogo del delitto: le borre che compongono le cartucce da caccia sono cilindri di plastica che contengono i pallini: su queste due borre ritrovate nel campo saranno eseguiti accertamenti di tipo genetico, per estrarre materiale organico e dna. Quello del possibile assassino che potrebbe essere stato aiutato - solo una ipotesi - da qualcuno a spostare l’auto dal campo eolico, dove è stata ritrovata in fiamme. —
Daniele Predieri
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