AstraZeneca torna ed è coda in Fiera «Senza vaccino non me ne vado»
I “sospesi” riprenotati con sms: benefici più alti del rischio L’Asl: recuperiamo un migliaio di iniezioni nel week end
«Senza vaccino da qui non me ne vado». La biologa di Unife, 60 anni, occupava ieri uno degli scranni riservati in Fiera all’utenza prenotata per la somministrazione del siero di AstraZeneca, tornato a pieno titolo nella campagna di prevenzione anti-Covid dopo la sospensione cautelativa di lunedì scorso e il via libera del governo, deciso giovedì. Prima dello stop aveva prenotato la seduta vaccinale per la giornata di ieri alle 14.30, ma il restart nazionale, fissato per le 15, l’ha costretta a mettersi in coda. «Sono un po’ arrabbiata – ha aggiunto – perché in questi giorni si è rischiato di spargere dubbi che non hanno ragione di essere e rallentare una campagna che è la carta più valida da giocare contro il virus». Gli sms dell’Asl hanno riprogrammato gli appuntamenti. Qualcuno però non l’ha ricevuto: «Mi hanno saltata».
L’Asl ha deciso di mantenere le prenotazioni di giornata concentrandole al pomeriggio per evitare di accumulare ritardi su una tabella di marcia già condizionata, nelle ultime settimane, da forniture a singhiozzo. Nei giorni di stop per AstraZeneca sono proseguite le vaccinazioni con Moderna e Pfizer, ha detto la direttrice dell’Asl, Monica Calamai, e «abbiamo anche cercato di accelerare per le categorie fragili». Ieri su tutta la provincia erano programmate con AstraZeneca 475 persone (ancora fermi, però, i lotti “sospetti’). «Nel week end – ha aggiunto la manager – recuperiamo 1.050 vaccinazioni che erano state sospese. Le “liste di recupero” (quella attuale della Fiera di Ferrara è di 1.250 persone) permettono di non sprecare dosi».
Pochi minuti prima delle 15 fuori dal padiglione si è formata una lunga coda, poi smaltita nel giro di un’ora e mezza. All’interno e all’ingresso erano all’opera i regolatori dell’accesso per evitare un’eccessiva concentrazione di presenze nell’area vaccinazioni.
Al tavolo, tra i medici volontari, anche l’ex direttore delle Cure primarie dell’Asl, Sandro Guerra, andato in pensione l’anno scorso. Oltre quaranta anni di servizio per lui nei vari distretti dell’azienda territoriale quindi, nelle scorse settimane, la scelta «ineludibile» di unirsi alla pattuglia dei vaccinatori in servizio nei centri allestiti dall’Asl. Una decisione condivisa con decine di colleghi.
Il rischio statistico
Personale scolastico e universitario, operatori delle forze dell’ordine, anziani della fascia anagrafica 75-79 anni, volontari hanno atteso ordinatamente il loro turno, qualcuno accompagnato da familiari. Tra i prenotati, anche Alessandro Bratti, direttore generale di Ispra (l’istituto nazionale per la protezione dell’ambiente), rientrato da Roma con un po’ di anticipo per sottoporsi alla seduta vaccinale.
Bratti, ricercatore universitario di Unife in aspettativa (il personale d’ateneo rientra tra le categorie che attualmente hanno accesso alla vaccinazione), ha accolto con sollievo la notizia della riapertura della corsia riservata ad “AstraZeneca”: «Ero convinto che Ema avrebbe deciso velocemente perché il farmaco è già stato utilizzato milioni di volte nel mondo e il numero dei casi sospetti è veramente basso. L’accertamento era necessario, è rimasto un rischio statistico sul quale si sta eseguendo un approfondimento e che quando diventa un rischio concreto fa la differenza per chi può essere danneggiato, ma il beneficio per tutti è indiscutibile. Penso che sia un bene che questa opportunità si sia riaperta per migliaia di persone».
Il ragionamento sul vantaggio (generale e sociale) della vaccinazione rispetto ai possibili svantaggi era comune ieri a diversi cittadini in coda. La sospensione ha tenuto qualcuno sulle spine per qualche giorno. Un po’ di apprensione è riemersa anche ieri: «Il vaccino non si può scegliere – il commento di una signora di 78 anni, accompagnata dal marito – così me lo sono fatto piacere». C’è chi si è presentato all’ora originariamente prenotata: Valeria, una donna di 75 anni, è arrivata in Fiera alle 13.36. «Ma ho dovuto comunque aspettare le 15», ha precisato.
nella sala d’attesa
Nella sala allestita per i “vaccinandi” era rappresentata ogni categoria: militari dell’Aeronautica («Nessun ripensamento, il vaccino è sicuro», la risposta di un ufficiale di 56 anni a Ferrara da tre), insegnanti («Chiaramente non ho ignorato la questione e mi sono tenuta informata – la posizione di una docente di 41 anni – Sono qui perché chi lavora a scuola non può ignorare l’importanza della sicurezza»), anziani, volontari («Per il servizio che svolgo sono veramente contento di essere qui», la risposta di un volontario dell’Anteas di Copparo), personale dell’ateneo («Su questo caso si è fatta fin troppa confusione, è un bene che abbiano riattivato il servizio», il pensiero consegnato al taccuino da una dipendente trentaseienne di Unife). –
Gi. Ca.
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