«Pochi ristori Fateci aprire a fine mese»
Felloni (Ascom): arrivano 3mila euro e non a tutti Imprese in difficoltà e rischio licenziamenti: si spera nella settimana pre-pasquale
Sono delusi i commercianti dell’Ascom dai risarcimenti contenuti nel primo decreto Sostegni del governo Draghi, e a questo punto puntano tutto sulla riapertura delle attività prima di Pasqua come reale “forma di ristoro”. «Ci attendevamo qualcosa di più, il passo avanti c’è ma è insufficiente - è la reazione di Giulio Felloni, presidente Ascom e rappresentante di Federmoda nazionale - Si possono ipotizzare, con i parametri inseriti dal governo, in ristori da 2 a 3.700/3.800 euro ad azienda, che non coprono se non in minima parte le perdite». I commercianti ferraresi partono infatti dal ragionamento che la comparazione tra l’intera annata 2020 e quella 2019, base di calcolo per ottenere le provvidenze, rischia di risultare impropria, «i primi due mesi dell’anno scorso sono stati quasi normali per i negozi, bisognerebbe limitare i confronti ai dieci mesi successivi - è la prima sottolineatura di Felloni - Inoltre gli operatori commerciali l’anno scorso si sono molto impegnati a pagare i fornitori, anche vendendo sottocosto: è successo così durante le riaperture di maggio, non solo a Ferrara. Questo significa che i volumi di vendite potrebbero mostrare perdite non enormi, a scapito però delle marginalità che praticamente non vediamo da otto mesi».
Chiara la preoccupazione Ascom, che non pochi commercianti non rispettino la condizione del calo di almeno del 30% del fatturato anno su anno, indispensabile per rientrare tra i ristorati, pur essendo ugualmente in grande difficoltà. «Fino ad ora abbiamo tenuto sul piano occupazionale, il timore però che una volta tolto il blocco dei licenziamenti le aziende siano costrette a ridurre i posti di lavoro» fa presente il presidente Ascom.
La soluzione? «Riaprire il prima possibile, noi speriamo già a partire dal 29 marzo, per poter sfruttare alcuni giorni prima della zona rossa di Pasqua» è l’auspicio di Felloni. Si sta infatti replicando lo stesso scenario della primavera scorsa, con i magazzini pieni di merci appena riassortite e le porte chiuse dei negozi a causa della zona rossa: vale soprattutto per l’abbigliamento. —
S.C.
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