Morta tre mesi dopo l’incidente «Nonna Giò, un vero vulcano»
Ieri in San Cassiano l’ultimo commosso saluto tributato a Giovanna Farinelli A celebrare la messa il fratello don Gaetano: «Era vicina alle persone fragili»
COMACCHIO. «Riesce difficile parlare di fronte alla morte ed è ancor più complicato quando sono persone care a lasciarci. Ci ho pensato e ripensato, ho tentato di scrivere, ma è meglio parlare direttamente. Certi eventi ci sconvolgono la vita e la vita di mia sorella, negli ultimi anni, è stata scandita dalla vicinanza al marito Tonino malato: lo ha seguito ovunque tra ospedali. Giovanna ha saputo riconoscere quella condizione umana che ci contraddistingue dell’essere precari, fragili e vulnerabili». Ha ricordato con queste parole la sorella Giovanna Farinelli, don Gaetano, rientrato da Bassano del Grappa, dove ha preso le redini dell’associazione Macondo, fondata dal compianto Giuseppe Stoppiglia, cittadino onorario di Comacchio.
È stato proprio il fratello della stimata 73enne, deceduta il 10 marzo a distanza di quasi tre mesi da un tragico investimento su un attraversamento pedonale a Ferrara, a celebrare insieme a don Ruggero Lucca e a don Giancarlo Pirini le esequie funebri della donna, affettuosamente chiamata in famiglia Nonna Giò. In tanti si sono uniti, nella concattedrale di Comacchio, al dolore del figlio Maurizio e della figlia Daniela, arrivata con le stampelle in quanto pure lei coinvolta nell’incidente avvenuto il 19 dicembre scorso in viale Cavour a Ferrara.
ricordi commossi
«Mia madre aveva ancora un fisico forte, era lei la colonna portante della cucina del Bagno Schiuma del Lido di Spina, che gestiamo in famiglia – ha ricordato il figlio Maurizio durante l’attesa del feretro dall’ospedale Mazzolani Vandini di Argenta, dove la donna era ricoverata in conseguenza delle gravi lesioni riportate –. Purtroppo dopo l’incidente le è stata asportata la milza, ma aveva subito gravi danni alle vertebre, a tibia, perone, clavicola e il suo fisico ad un certo punto non ha più retto. E dopo l’uscita dal coma è stata ricoverata – aggiunge il figlio – in diversi reparti, però la situazione era disperata».
La donna era definita anche da una amica di famiglia, Barbara Mezzogori, come un autentico vulcano: «Giovanna era una cara amica di mia madre e insieme condividevano il compleanno: il 5 gennaio arrivava sempre a casa nostra con una super torta, buonissima, preparata da lei. Era legatissima al marito Tonino, ex capo cantiere di Tomasi case, prematuramente scomparso. Ci stringiamo con dolore a tutti i familiari di Giovanna».
Tra gli amici presenti ieri c’era anche Leonello Carli Ballola, il quale assieme a tanti ricordi di una lunga amicizia ha evocato un viaggio in Brasile con Nonna Giò e il marito Tonino, in visita alla figlia, ma anche al fratello don Gaetano, impegnato, con l’associazione Macondo, ad assistere i bimbi poveri che vivono nelle favelas di Rio de Janeiro.
Al termine delle esequie, è stato letto un messaggio di un’amica d’infanzia, Luciana: «Quanta gioia, quante risate, abbiamo condiviso insieme in una vita segnata all’inizio dalla povertà e dai sacrifici – è il pensiero commosso di Luciana –; ma i veri amici sono come le stelle. Li riconosci quando c’è il buio attorno a te. Resterai sempre nel mio cuore». —
Katia Romagnoli
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