Tavolo ministeriale per il petrolchimico Il sindaco: Giorgetti si sta già muovendo
Fabbri coinvolge pure la Regione: situazione sotto controllo Oggi incontro con i sindacati. In gioco anche la nuova Zls
Sia la Regione che il Mise, direttamente attraverso il ministro Giancarlo Giorgetti, hanno già sul tavolo il dossier petrolchimico, con gli allarmi di nuovo a livelli molto alti a causa della chiusura l’anno prossimo del cracking di Marghera che lo rifornisce di etilene e propilene. Sono questi i livelli sui quali si gioca la partita, come ha confermato ieri in Consiglio comunale il sindaco Alan Fabbri: «Oltre all’assessore regionale Colla e al sindaco di Mantova, dove c’è un petrolchimico con problemi simili al nostro, ho sentito il ministro Giorgetti: è partecipe del tema e si sta già muovendo con i vertici nazionali dell’Eni». Anche da questi colloqui nasce probabilmente l’ottimismo di Fabbri, «è una situazione assolutamente sotto controllo, già domani (oggi, ndr) ho un incontro in streaming con Cgil, Cisl e Uil provinciali per capire meglio anche la situazione occupazionale. Ma la sinergia con gli altri territori coinvolti, con le Regioni e con Giorgetti, e anche il ruolo dei ministri ferraresi Franceschini e Bianchi sarà importante, è in campo».
Una data possibile per il tavolo nazionale è già giovedì 25, ed in questo caso la convocazione della Regione slitterebbe ad una data successiva. È chiaro infatti che è proprio il governo ad avere le carte migliori nei confronti di una società ancora a partecipazione pubblica, che peraltro in questi giorni sta facendo filtrare qualche indicazione su come intende garantire le forniture ai petrolchimici padani anche dopo la chiusura dell’impianto di produzione: non ci sono alternative al trasporto via nave, peraltro il contratto con LyondellBasell è valido fino al 2024 che è una data molto ravvicinata per la programmazione di un settore che si muove sul mercato mondiale.
Fabbri da parte sua è ben consapevole della posta in gioco, che secondo uno studio della Cgil riguarda lo stesso insediamento a Ferrara di multinazionali in grado di spostare le produzioni dal petrolchimico ad altri siti europei, in caso di minori garanzie sulla continuità o l’economicità delle forniture. «Sarebbe deleterio un passo indietro ma credo che invece quanto si sta attivando a tutti i livelli, una volta che ci sarà chiarezza con Eni, si potrà puntare sul futuro in maniera consapevole e lungimirante, per cercare di sviluppare questo territorio con partner tipo Provincia e Sipro» ha aggiunto il sindaco.
Il riferimento è all’aggancio del petrolchimico e dell’area Sipro nord alla Zona logistica semplificata regionale, collegata al porto di Ravenna. Il sindaco ha rivelato di aver spedito in queste ore alla Regione le indicazioni dell’amministrazione sugli sgravi fiscali e le facilitazioni per l’investimento in queste aree, recuperando così il ritardo pagato dal Ferrarese al momento del commissariamento della Provincia. La filiera Comune-Regione ha funzionato nel caso Celanese, l’azienda del polo chimico che doveva chiudere e sarà invece acquistata da Benvic, «siamo ancora in fase di completamento ma le basi solide sono state messe e si è trovata una soluzione sia per l’occupazione che per il futuro» ha riferito il sindaco. Con Eni forse sarà più dura. —
Stefano Ciervo
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