Esaurito il focolaio a Villa Lella Gli ultimi ricoverati ormai guariti
Le due case famiglia aperte nel parco di Villa Lervini hanno manifestato due mesi fa i primi anziani positivi Quattro finora i decessi
È stato uno degli ultimi focolai in ordine di tempo in strutture che ospitano anziani nella nostra provincia. E per fortuna l’emergenza si può dire pressoché conclusa. Nel giro di un mese sono stati quattro i decessi registrati di ospiti a Villa Lella, la nuova casa famiglia insediata all’interno del grande parco della storica Villa Lervini, bellissima struttura in via Zenzalino a Ospital Monacale. All’interno vi sono due separate case famiglia, denominate Villa Lella per l’appunto e Il Castagno.
Si ricorderà che a Villa Lervini fino a un paio d’anni fa c’erano altre case famiglia, gestite dalla cooperativa Albachiara, poi fatte chiudere dopo una serie di irregolarità evidenziate nei controlli di Nas e Asl. Adesso la gestione delle strutture è completamente nuova (i gestori hanno strutture con la stessa tipologia anche a San Martino e nella vicina Marmorta).
LA SEGNALAZIONE
Per aprire una casa famiglia basta presentare apposita Scia all’Ufficio tecnico del Comune, poi i controlli spettano al Dipartimento di sanità pubblica che peraltro non ha rilevato a oggi alcuna irregolarità. Va detto che lo scorso ottobre ci fu una segnalazione al sindaco di Argenta, Andrea Baldini, perché per oltre una settimana mancò il gas, con inevitabili problemi nel riscaldamento e anche nella cottura dei cibi. Ma si tratta di problematiche tutto sommato piuttosto usuali per una qualsiasi attività.
IL CONTAGIO
Ben diversa, purtroppo, l’emergenza Covid scoppiata a fine gennaio all’interno prima di una e poi anche dell’altra struttura. Ai primi ospiti con sintomi è stata contattata l’azienda sanitaria, che come prima soluzione ha cercato di concentrare gli ospiti contagiati in una casa famiglia e i negativi nell’altra, ma gli ospiti stavano già incubando il Covid. «Il personale lavora in modo separato nelle due strutture, Villa Lella e Il Castagno - spiega Franco Romagnoni, responsabile Asl servizio assistenza anziani -, a parte un solo operatore che andava in entrambe ed è stato proprio il primo a manifestare i sintomi».
Come sempre accade in questi casi, gli ospiti più deboli si sono aggravati e sono stati ricoverati, gli altri sono stati isolati nelle due strutture, monitorati costantemente nell’attesa diventassero negativi, con il supporto dell’Usca. Purtroppo quattro ospiti sono morti (un uomo di 97 anni di Argenta morto al Delta il 18 febbraio, un uomo di 89 anni di Baricella morto a Cento il 9 marzo, un uomo di 92 anni di Argenta morto al Delta il 10 marzo e una donna di 91 anni di Argenta morta a Cento il 12 marzo), mentre gli ultimi due ricoverati sono in fase di guarigione e presto torneranno a Ospital Monacale.
«Il focolaio si può dire ormai esaurito - continua Romagnoni -, stiamo aspettando il rientro degli ultimi due ricoverati e l’ultimo giro di tamponi negativi. Altre segnalazioni? Non ne abbiamo ricevute, come ogni struttura privata vi sono controlli continui, se fossero state riscontrate anomalie, lo avremmo saputo». —
D.B.
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