Il virus “pedinato” grazie a un codice A fine marzo parte il metodo Crisanti
L’immunologo: così interromperemo le catene di contagi Vaccini: 16mila sms inviati agli estremamente vulnerabili
Interrompere la catena dei contagi ampliando il raggio di ricerca del virus attorno a ciascun caso positivo. E questo senza affidarsi a un’indagine esposta al rischio di imprecisioni e incompletezza - a causa della cattiva memoria o della reticenza degli infetti a rendere noti i propri contatti - ma attraverso un codice che, in forma anonima, farà da guida per il tracciamento.
Il codice
Questo il “metodo Crisanti” che da fine marzo-inizio aprile sarà applicato a Ferrara sulla scia dell’esperienza di Vò Euganeo. Un sistema di ricerca e “arresto” del virus che, ha spiegato ieri lo stesso professor Andrea Crisanti, ha il duplice obiettivo di determinare un calo dei casi attivi e di mantenere sotto controllo la diffusione del Covid anche quando i numeri si saranno abbassati.
«L’approccio è totalmente diverso rispetto al contact tracing. Con la collaborazione delle Usca a ogni nuovo positivo verrà fornito un codice, uguale per tutti i contagiati di quello stesso giorno, invitando la persona positiva a consegnare il codice a tutti coloro che ritiene, indipendentemente dal fatto che siano stati contatti stretti o meno. Il tutto, quindi, in forma anonima. Si spera così di incoraggiare più persone a fare il tampone: perché all’interno di questa rete di interazione che comprende i familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, le conoscenze, i compagni di scuola, c’è sicuramente la persona che ha trasmesso il virus al malato (magari asintomatica e inconsapevole di poter contagiare), e altre persone che eventualmente sono state a loro volta infettate. In questo modo contiamo di intercettare il virus e spezzare le catene di infezione. Utilizzando inoltre il codice giornaliero per poter calcolare l’Rt».
Il progetto, sviluppato con la collaborazione e il supporto dell’Asl, porterà a duplicare e poi triplicare gli attuali mille tamponi che vengono eseguiti in media ogni giorno a Ferrara, considerato che per ciascun caso positivo si effettuerà un quindicina di tamponi. Inizialmente il progetto prenderà avvio dai soli nuovi positivi residenti nel Comune di Ferrara, raggiungendo però eventuali contatti in tutto il Ferrarese e anche extraprovincia.
«Il periodo “fermo” di zona rossa è particolarmente indicato per avviare il progetto, che diventerà uno strumento di mantenimento una volta raggiunta l’immunità di gregge». Un traguardo importante ma non un liberi tutti, ammonisce l’immunologo: «Allora l’Rt sarà pari a 1, quindi per liberarci del virus le strade da seguire sono tre: rendere le vaccinazioni obbligatorie, continuare ancora con mascherine e distanziamento sociale o adottare questo metodo per bloccare la trasmissione del virus. Ferrara è stata scelta per motivi strategici e di opportunità, ma mi auguro che il governo estenda su tutto il territorio nazionale questo sistema di controllo della trasmissione del virus.
Virus che nel Ferrarese continua a contagiare in media 190 persone al giorno, con circa 3.400 casi attivi e 310 ricoverati di cui 40 in Terapia Intensiva, come ha ricordato la direttrice generale Asl Clara Calamai. Dalla scorsa settimana, ha aggiunto, nel Ferrarese si fanno 1.850 somministrazioni di vaccino al giorno di cui 1.200 alla Fiera, ora a pieno regime con 16 box attivi: 8 per Pfizer, gli altri per Moderna e AstraZeneca.
Dall’inizio della campagna vaccinale sono state eseguite oltre 63.400 somministrazioni, di cui quasi 20.700 richiami. L’11 aprile sarà concluso il “primo giro” per gli over 80, mentre il 2 maggio saranno completati i richiami. Dei 1.700 anziani in assistenza domiciliare, 1.400 hanno avuto la prima dose, e sono in chiusura anche i capitoli Cra e disabili.
Sms ai vulnerabili
E mentre proseguono le prenotazioni per la fascia 75-79 anni, si è aperta la partita degli estremamente vulnerabili, ovvero coloro a rischio di ospedalizzazione. Lunedì sono stati inviati 16mila sms su una platea di 20mila persone, con l’invito a provvedere alla prenotazione, (per Pfizer o Moderna) tramite il Cup e le farmacie.
Sono 1.600 i messaggini che, per cambio di utenza o altri disguidi, sono tornati al mittente: queste persone verranno comunque ricontattate tramite lettera, e si procederà anche a un successivo incrocio di dati, attraverso le esenzioni, per intercettare tutti i malati e non lasciare nessuno indietro. Da metà aprile, invece, saranno contattate le altre persone con patologie per le quali AstraZeneca non è indicato ma che non sono nella fascia dei fragili a rischio di ricovero. In ogni caso, chi non dovesse ricevere il messaggio, potrà rivolgersi al proprio medico di riferimento che valuterà e validerà il diritto alla vaccinazione. —
Alessandra Mura
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