Cracking di Marghera Pd e Cisl: va salvato
«La notizia della chiusura dall’impianto cracking di Marghera, data dall’amministratore delegato di Eni, ha generato forti preoccupazioni tra i lavoratori del petrolchimico di Ferrara». Lo dicono Paolo Calvano, Nicola Minarelli e Alessandro Talmelli, segretari regionale, provinciale e comunale Pd. «L’impianto veneziano – proseguono i tre – è strategico per l’intera filiera produttiva di materie plastiche del centro nord del Paese, che vanno dal medicale al packaging, dall’automotive al settore tessile, poiché produce e fornisce le materie prime per i petrolchimici di Ferrara, Mantova, Ravenna e la stessa Marghera. Chiudere il cracking significa avviare lo smantellamento della chimica di base in Italia», con pesanti conseguenze su occupazione e sistema produttivo.
Concetti simili li esprime la Femca Cisl, che ritiene «probabile» la dismissione d’impianti ferraresi in caso di chiusura del cracking, ed esprime «forte preoccupazione» per il silenzio delle direzioni locali di Eni e Lyondell alle richieste d’incontro dei sindacati.
Lunedì assemblea sindacale al petrolchimico. —
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