Niagara, controllate le riprese video Il piano di sicurezza è entrato in funzione
Le immagini non mostrano persone in azione: il dolo è escluso. La struttura del capannone ha evitato danni ambientali
poggio renatico. Il “giorno dopo” la paura lascia sempre spazio a dubbi, domande e sconcerto. Ma anche alla necessità di dover riorganizzare tutto e ripartire nel più breve tempo possibile. È quanto stanno facendo all’interno della Niagara, la ditta di Poggio Renatico andata in parte a fuoco giovedì notte. Le forze dell’ordine, i tecnici di Arpae e i vigili del fuoco hanno lavorato anche nella giornata di ieri per tutti i rilievi e gli accertamenti, mentre il sindaco Daniele Garuti ha chiesto i essere aggiornato passo dopo passo. Un po’, e non si può nascondere, perché la Niagara ha sempre fatto in qualche modo paura ai residenti in zona e un po’ perché bisogna arrivare ad escludere il dolo con assoluta certezza anche se la dinamica è chiara.
guasto tecnico
Per togliere ogni dubbio, sono state acquisite le immagini delle telecamere sia della ditta stessa che di alcune attività che “guardano” la Niagara. I filmati sono già stati visionati e non ci sarebbe alcun movimento sospetto. All’interno solo due operai per il turno di notte e fuori autisti di camion che hanno portato o avrebbero dovuto scaricare i rifiuti. Tutto regolare insomma e le fiamme sarebbero partite da un macchinario che ha iniziato a perdere olio a causa di un malfunzionamento. Anche su questo verranno portate avanti indagini interne.
L’importante, e in effetti così è stato, è che abbia ben funzionato il piano d’emergenza. Subito si è provveduto ad inondare l’incendio dei grandi contenitori di liquidi contaminati che la Niagara tratta e smaltisce con acqua mista a schiumogeno. Ciò ha permesso di contenere le fiamme e ad evitare che il fuoco si propagasse ai numerosi contenitori in vetroresina e plastica presenti nello stabilimento e, inoltre, che potesse essere intaccata la struttura portante del capannone, il quale alla fine non ha riportato danni.
i muri
La particolare conformazione del capannone, pensato per il contenimento di liquidi inquinanti, ha permesso di evitare danni ambientali: attorno ai contenitori andati a fuoco sono presenti infatti dei muri in cemento armato che hanno lo scopo di trattenere i liquidi e tutto lo stabilimento è provvisto di pozzetti e barriere che impediscono ai liquami di uscire all’esterno. Così le acque gettate da vigili del fuoco, mescolate ai liquami inquinanti, non sono state disperse nell’ambiente ma sono state raccolte nelle apposite vasche. Mentre il lavoro dei pompieri continuava incessantemente, i dipendenti della Niagara continuavano a svuotare le vasche aspirando i liquidi nei camion cisterna dell’azienda. Questa sinergia è risultata vincente e ha permesso di evitare il peggio.
Adesso i dipendenti stanno aspettando indicazioni. La parte degli uffici potrebbe già essere operativa, perché non è stata in alcun modo coinvolta nell’incendio, mentre gli operai dovranno fermarsi per almeno due mesi in attesa che tutto venga sistemato. —
Annarita Bova
© RIPRODUZIONE RISERVATA