La denuncia viene archiviata E ora l’indagato sfida il Comune
Chiuso il caso dell’allaccio abusivo della società di calcio, assolto l’ex presidente «Danno d’immagine, chiedo un risarcimento che devolverò in beneficenza»
Davide Bonesi
LAGOSANTO. Una vicenda indubbiamente strana, avvenuta poche settimane dopo l’insediamento della nuova amministrazione comunale laghese, nel giugno del 2019. Una segnalazione partita dai due nuovi consiglieri comunali di maggioranza Giacomo Esposito (attuale vicesindaco) e Paolo Cavalieri, che allertarono i carabinieri di Mesola perché accertassero un allaccio abusivo sul contatore dell’energia elettrica della palestra comunale in via Colombo 60. Allaccio che fu poi verificato collegarsi all’impianto sportivo attiguo, gestito dalla Polisportiva Laghese, allora presieduta da David Bigoni. Un caso che spinse una parte dell’allora dirigenza a lasciare la società biancazzurra, con non poche ripercussioni sull’attività calcistica.
Ebbene, al termine di tutte le indagini e sentiti diversi dirigenti della Laghese (compreso uno storico, Giuliano Guidi), è emerso che nessun componente della società fosse a conoscenza del fatto che l’allaccio fosse abusivo, tanto che l’unico indagato (appunto Bigoni), spiegò come avesse sempre provveduto volontariamente alla manutenzione e messa a norma degli impianti e al pagamento di tutte le utenze relative.
CASO ARCHIVIATO
La procura di Ferrara, ritenuto impossibile risalire al periodo in cui fu attuato l’allaccio abusivo (sempre se all’epoca fosse stato tale, visto che le persone ascoltate hanno parlato di precedenti amministrazioni comunali a conoscenza della cosa) e considerati gli elementi raccolti non idonei a sostenere l’accusa, alla fine dello scorso mese di febbraio ha disposto l’archiviazione di questo caso.
Una notizia accolta ovviamente con piacere dall’ex presidente Bigoni, che a questo punto però dopo attente riflessioni si è deciso a passare al contrattacco.
«DANNO D’IMMAGINE»
«Già allora era tutto evidente: c’era l’obiettivo preciso di prendere la nostra società - spiega Bigoni -, ma la Laghese aveva un Cda e la maggioranza era contraria a un cambio di gestione. Così con l’arrivo della nuova amministrazione si è tentato la stessa operazione ma in altro modo e sono anche stato minacciato di questa denuncia; ma non avevo alcuna paura, sapevo di essere in regola».
Parole dure quelle di Bigoni, che non ha alcuna intenzione di fermarsi alla sentenza favorevole: «Ho dato mandato al mio legale di preparare una richiesta per i danni d’immagine che mi sono stati arrecati da questa denuncia del Comune di Lagosanto e valuto anche di procedere alle vie legali. Non mi interessa la somma, se mi sarà data ragione qualsiasi risarcimento economico riceverò lo devolverò totalmente all’associazione per la lotta contro i tumori, sono anche disposto a pagare le spese legali».
Bigoni nel 2019 ha comunque lasciato la presidenza della Laghese, uscendo del tutto dalla società subito dopo l’avvio della denuncia: «Mi ero comunque stancato - racconta - e volevo lasciare la Laghese, ma stavo vedendo delle cose che non mi piacevano, così non ho accettato il cambio di gestione forzato. Solo in seguito me ne sono andato, ma ho lasciato la società in buone mani». —
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