Petrolchimici padani, a Ferrara prove d’intesa per il cracking
Assemblea online per preparare iniziative unitarie: la chiusura dell’impianto veneto danneggerebbe tutti Domani tavolo regionale
Costruire un fronte comune dei petrolchimici padani contro la decisione di Eni di chiudere il cracking di Marghera nel 2022, sulla base del fatto che si tratti di un impianto strategico per tutti. È questo l’obiettivo di fondo dell’assemblea che si svolge oggi, in streaming, tra sindacati e lavoratori di piazzale Donegani. La partecipazione di alcuni segretari di categoria di Marghera e Mantova è indicativa di quest’obiettivo, che non è per nulla scontato in quanto i quattro petrolchimici (Ravenna completa il “quadrilatero”) partono da condizioni e posizioni diverse rispetto all’impianto lagunare, che produce le materie prime per molte materie plastiche. A partire dal fatto che nel 2014 venne firmato un accordo per la chiusura del cracking tra Eni e le stesse maestranze venete che ora vorrebbero rivederlo. «Sì, ma nel frattempo, tre anni fa, si firmò un altro accordo per un rewamping del cracking da parte di Versalis, che Eni sta ora disconoscendo - è la sottolineatura di Vittorio Caleffi, segretario regionale Uil chimici - Mi risulta che dopo l’incontro di metà settimana con Versalis anche tra le maestranze veneziane sia salita la preoccupazione, perché sui nuovi investimenti “verdi” in sostituzione del cracking non vi sono certezze. Credo che, al di là delle sensibilità di partenza diverse, ci sia la possibilità di fare fronte unitario come ai tempi della possibile vendita della chimica Eni a Sk Capital. Tutti devono capire, a partire dal governo, che si sta mettendo a rischio un settore strategico, che fornisce i materiali per produrre le mascherine per fare un esempio».
A Ravenna arriva via nave dal cracking veneto la miscela Mixc4, sottoprodotto della raffinazione della nafta, che serve alle produzione di gomme. A Mantova, petrolchimico tutto Versalis, si utilizzano il benzene e l’etilene di Marghera, mentre Ferrara è dipendente per le forniture a Versalis e LyondellBasell. Per questo in piazzale Donegani si spera di poter attivare uno stato di agitazione unitario.
Se l’unità d’intenti è possibile anche a livello istituzionale lo si capirà meglio dal webinar al quale parteciperà l’assessore regionale veneto Elena Donazzan, al quale seguirà domani il tavolo emiliano con azienda e sindacati convocati dall’assessore Vincenzo Colla. Ancora non ci sono comunicazioni ufficiali, invece, dell’annunciato tavolo nazionale, «non ci risulta ancora fissato l’incontro di Eni con i segretari nazionali» informa Fausto Chiarioni, segretario provinciale Cgil chimici. —
Stefano Ciervo
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